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L’esercito regolare siriano riconquista Aleppo nord, ma Repubblica continua a confondere ribelli con terroristi

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Repubblica ha levato sil suo accorato grido di dolore per la presunta morte di 56 persone avvenuta nei distretti Bustan al-Qasr, Mashhad, al-Kallasa, Salihiya e al-Fardos, situati nel nord di Aleppo.

Le vittime, secondo Repubblica, sono la conseguenza di un brutale assedio messo in atto dal “regime” di Bashar al-Assad, ancora Presidente della Repubblica Araba Siriana. Le fonti usate da Repubblica per redarre la notizia fanno tutte parte, guarda caso, della fazione anti Assad. Si legge altresì che il bilancio delle vittime è stato rivelato da tale Najib Ansari, volontario degli elmetti bianchi, reparto “civile” delle forze anti Assad.

Altra fonte di Repubblica è l’Osservatorio siriano dei diritti umani, che ovviamente parla di attacco massiccio portato avanti dal regime e dall’aviazione russa. Peccato che tale Osservatorio, come ci è stato raccontato da un articolo del New York Times datato 12 aprile 2013, non sia composto altro che da una sola persona, Rami Abdel Rahman, per giunta residente a Londra in pianta stabile dal 2000.

Il New York Times così riportava: “Gli analisti militari di Washington si affidano al suo bilancio di soldati e ribelli uccisi per valutare l’evoluzione della guerra. Le Nazioni Unite e le organizzazioni di difesa dei diritti umani rovistano tra i suoi racconti di uccisioni di civili per trovare prove da utilizzare in caso di processo per crimini di guerra. I grandi media citano i suoi dati, noi compresi. Tuttavia, nonostante il suo ruolo centrale in quella selvaggia guerra civile, l’Osservatorio dal nome pomposo si riduce in realtà a un solo uomo “tuttofare”. Il suo fondatore, Rami Abdel Rahman, 42 anni, che è emigrato dalla Siria 13 anni fa, lavora da una casa semi isolata di mattoni rossi situata in una ordinaria strada residenziale di questa tetra città industriale“.

Questa continua a essere fonte attendibile per Repubblica.

L’unica notizia attendibile ad oggi sono le dichiarazioni del rappresentante Unicef in Siria, Hanaa Singer, che guarda caso non parla di morti, ma di due milioni di persone (residenti sia nella zona controllata dal governo, sia in quella in mano agli anti Assad) rimaste senz’acqua corrente ed elettricità.

Questo è quanto.

E’ strano poi come Repubblica continui a identificare il fronte anti Assad con il termine “ribelli“, quasi a volerne dare una giustificazione morale. Ricordiamo alla penna anonima di quest’articolo
http://www.repubblica.it/esteri/2016/09/24/news/siria_aleppo_unicef-148431077/, che la zona nord di Aleppo, ora riconquistata dalle forze di governo, era prima sotto controllo dei miliziani di Arhar Sham e Al-Nusra, entrambi gruppi salafiti (ramo islamico dell’estremismo sunnita) molto vicini ad Al-Qaeda.

Terroristi sarebbe dunque il termine più appropriato, cara penna anonima di Repubblica.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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