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I Romani erano più civili: 25 esecuzioni nell’anfiteatro

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Isis sceglie ancora una volta il mezzo della suggestione per compiere efferatezze contro uomini arresi.

DAMASCO – Lo fa, questa volta, impiegando uno stuolo di ragazzini sbarbati perché la barba ancora non cresce loro. In mimetica chiara desertica, con una pistola puntano alla nuca di venticinque membri dell’esercito regolare siriano e fanno fuoco. Il palco dell’anfiteatro romano, con gli spalti pieni di macabri spettatori, si tinge di rosso. Le immagini risalgono alla fine di maggio o ad inizio giugno.

Sul tetro spettacolo campeggia, imperioso, il simbolo dello Stato islamico. I terroristi fanno della paura e della sua diffusione sui media il punto forte di una guerra, non solo militare, ma anche e soprattutto di pressione psicologica sulle anime deboli nell’islam. Coloro che si sentono emarginati, vedendo le gesta dello Stato islamico che conferisce falsa gloria ad ogni individuo nella vita e nella morte, vivono il senso di onnipotenza.

Risiede dunque in brutali manie di protagonismo l’adesione, anche di italiani, alla causa terrorista di Isis. Fa male vedere tra le rovine della civiltà, la nostra, una simile barbarie. Isis è tornato al medioevo: è di questi giorni la notizia dell’uccisione di una donna accusata di stregoneria.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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