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Cesare Battisti sarà espulso dal Brasile

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La Corte federale ANNULLA la concessione dello status di rifugiato del 2009 e confermata dal socialista Lula nel 2011. “Battisti è uno straniero senza documenti nel nostro territorio, ed è stato condannato in patria”.

Potranno forse avere una parvenza di giustizia, con tutti i “se” del caso considerando la lentezza ed il buonismo delle nostre corti. Eppure Battisti non vuole fare nemmeno un giorno di galera nelle patrie prigioni. Vedremo quale alto papavero gli fornirà, questa volta, un passaporto falso come quando dalla Francia inspiegabilmente riuscì, con un passaporto falso (ma evidentemente molto ben fatto) a raggiungere il paese carioca.

Il terrorista condannato in contumacia verrà espulso dal Brasile e ad annunciarlo è il sito del quotidiano “Estadao”, che cita delle fonti giudiziarie. “Siamo stati informati della decisione, ma ancora non c’è una data”: queste le parole del legale del terrorista, Igor Sant’aAnna Tamasauskas. E’ stato il tribunale federale di San Paolo a stabilire che Battisti è da considerarsi clandestino. Il condannato per omicidio dovrà pertanto essere espulso dal territorio federale.

Nel gennario del 2009, arrivato non si sa come dalla Francia, ma probabilmente con l’ausilio di qualche persona in grado di ingannare i sistemi telematici di aeroporti di tutto il mondo, il Brasile gli concesse lo status di rifugiato politico. Fece scalpore la decisione, a lungo rimandata, del già presidente Lula che, durante l’ultimo giorno del suo mandato, il 31 dicembre 2010, confermò il rifiuto all’estradizione in Italia.

 
La Corte federale ha emesso ieri una sentenza che va a ribaltare completamente la situazione. Nel corpo della stessa si legge che  «Battisti è in realtà uno straniero senza documenti in Brasile, condannato in patria per un crimine» (…) «non ha alcun diritto di rimanere qui, nè ha il diritto di ottenere un visto o un permesso di residenza. Sulla base di quanto sopra, dispongo l’avvio della procedura di espulsione».  

Il giudice dichiara dunque ab origine nullo l’atto con cui lo stato federale gli concesse nel 2009 per la prima volta lo status di rifugiato politico, sulla base di vagheggianti motivazioni di eventuali persecuzioni in patria. Il terrorista condannato ha fatto parte dei Proletari Armati per il Comunismo, sigla eversiva di estrema sinistra che, durante gli anni di piombo, si rese artefice almeno di quattro omicidi, tre ferimenti gravi, nonché di numerose rapine e attentati. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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