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Era l’estate dell’88

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Era l’estate dell’88

Morichini Carlo

? 12,00

2012, 184 p., brossura

Arpeggio Libero  (collana Delectatio)

Le vacanze rappresentano il momento dell?anno in cui si può allentare la tensione.  Se già un adulto le attende con ansia, figurarsi come può farlo un adolescente, specie se sarà in qualche luogo di villeggiatura con gli amici di sempre. L’attesa è quella della libertà dalle solite “catene” della vita di tutti i giorni, come la scuola e i coprifuoco dei genitori. Il tutto rischia poi di venarsi di malinconia, forse la stessa, forse ancora più intensa, il giorno dopo il ritorno, come anni dopo.

Era l’estate dell’88 narra proprio di questo: le vicende in vacanza di quattro amici alla fine dell?adolescenza e degli anni ?80.

I luoghi hanno grande importanza in questo romanzo che, almeno nelle sue prime pagine, vuole essere on the road, come l?omonimo romanzo di Jack Kerouac che viene proprio citato come lettura dall?Io narrante. Ciò lo si vede particolarmente bene in una scena dove i 4 ragazzi protagonisti sono in macchina e vengono superati da «un?oasi magrebina» a tutta velocità e l?Io narrante non può che pensare alla loro destinazione:

«Ci degnarono appena di uno sguardo, continuando senza sussulti il loro viaggio. Probabilmente erano diretti a Gibilterra, alle colonne d?Ercole, dove mare e terra si confondono, si miscelano fino a diventare un unico elemento».

Vi è anche un?attenzione particolare alle persone, così come agli oggetti e ai vestiti, a tutto il corredo di «festival dell?inutile». L?occhio del narratore tende a classificare le persone per descriverne comportamenti e abitudini. Lo si vede bene nella scena iniziale nell?Università, come in altri passi del romanzo. L?intenzione dev?essere anche quella di catturare e restituire il clima di benessere degli Anni 80.

Lo stile è rapido e colloquiale. Aderisce bene alla materia trattata: la voglia di libertà e indipendenza di un gruppo di giovani, così il linguaggio giovanile, specie nei dialoghi piuttosto realistici, e il periodare che non si dirama mai né scende oltre il primo livello di subordinazione.

Era l’estate dell’88 è un romanzo che da un lato tratta di gioventù e di voglia di vivere, dall?altro affronta il lato più malinconico della vita: il “diventar grandi” perdendosi di vista. Ma è anche un romanzo che intende essere affresco di un tempo che oggi più che mai pare lontano, così sempre sembrano i ricordi.

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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