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La libertà della vertigine

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La libertà della vertigine

Vailati Alberto

? 10,00

2013, 124 p., brossura

Echos  (collana Latitudini)

Certe persone pur essendo vive non sanno come vivere. Sembra che non vi riescano mai, che tutte le scelte che fanno portino sempre ad un fallimento. E arrivano per questo a lasciarsi scorrere addosso gli avvenimenti e la vita.

La libertà della vertigine di Alberto Vailati, edito da Echos Edizioni, presenta al lettore proprio un personaggio di questo tipo, il protagonista Raul. Egli non riesce a vivere. Da un lato sente quanto siano stretti i ruoli che la Società impone. Dall?altra egli stesso indossa (in modo involontario) queste maschere, dapprima diventando un assiduo frequentatore di bar dedito al bere (pur non in maniera patologica, ma quasi) e poi cercando di essere un seduttore che riesce a gestire storie con più donne insieme. Fallisce in entrambi i ruoli: non è un beone ed è stanco di svegliarsi con i postumi della sbornia, ma non è nemmeno sufficientemente cinico da poter giocare coi sentimenti di Romina e Katia senza rimanervi invischiato e di conseguenza ferito.

Due sono gli elementi che pervadono il romanzo: il sesso e il male di vivere. Il sesso lo si legge sin dalle prime pagine, dove vengono fatti alcuni commenti sulle forme della collega Romina. E il sesso è anche la chiave di volta sia degli eventi che riguardano sia Danilo e Agnese, i genitori di Raul in capitoli “flash-back”, sia Raul stesso.

Il male di vivere viene anche nominato apertamente nel corso della narrazione e sembra investire tutti i personaggi, comprimari e non. In primis Raul che stenta a riprendersi dalla perdita dei genitori e fugge nell?alcool. Poi gli amici di bevute, che ad un certo punto del libro verranno definiti ormai perduti. Ma lo si vede anche nei personaggi femminili di Katia e Romina: entrambe aspirano, in fin dei conti, a trovare qualcuno che dia loro dell?affetto, chi in modo più esplicito, chi in modo meno esplicito.

Il percorso di ricerca di se stesso che intraprenderà Raul sarà volto proprio a liberare la mente dalla sfrenata ricerca della donna come mero godimento sessuale e il corpo dall’abuso di alcool e inattività. La lontananza dalla grande città sembra anche guarire il male di vivere che affligge Raul fino al colpo di scena finale.

Lo stile narrativo è estremamente particolare: capace di mescolare termini piuttosto elevati con altri volgari, oppure citare pubblicità o modi di esprimersi della cultura pop (a questo riguardo sono da tenere presenti anche le citazioni musicali). Prevale la descrizione sul dialogo e sembra sempre che questa sia lì lì per prendere il volo e farsi surreale. Unica pecca: il primo capitolo  è estremamente potente, sia per il linguaggio volgare e inusuale sia per come viene presentato Raul, gli altri capitoli sono un tono inferiori a questo (per utilizzare una metafora musicale).

La libertà della vertigine è un libro con una trama piuttosto semplice, ma non va valutato per questa. Va valutato per le riflessioni che compie sulla vita, sull?essere nella Società, sull?essere se stessi, sull?affrontare i problemi e la realtà. Di sicuro è uno di quei libri che merita due, tre, quattro e più letture, perché non si ferma a raccontare dei fatti, ma vuole andare oltre e dare di più.

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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