L’America non è NY

La scuola materna in Connecticut dove si è consumato l’eccidio

L’America non è New York, America sono i migliaia di sperduti paesini confinati tra deserti e montagne, distesi su cinquanta Stati indipendenti nella Federazione. L’America è anche pena di morte e diritto spesso quasi indiscriminato di comprare armi. Ogni volta che accade una tragedia, come quella di ieri in cui un 20enne psicolabile ha ucciso 27 persone di cui 20 bambini tra i 5 e i dieci anni, ogni volta il consumo delle armi aumenta esponenzialmente.

Self-defence, la chiamano, ma il libero commercio delle armi è in realtà un modo per aumentare il rischio che chiunque, con facilità estrema, venga a contatto e possa utilizzare le armi. Così accadono stragi su stragi, una all’anno in media, di portata più o meno grande. Ma ultimamente sempre devastanti: dal 1999 ad oggi c’è stato un incremento di violenza e di stragi, quasi sempre compiute da giovani intorno ai vent’anni che uccidono coetanei o bambini. Il fenomeno, prima che studiato scientificamente, andrebbe bloccato. Hanno un bel dire tutti i difensori della potente lobby delle armi che un altro modo per compiere stragi si troverebbe sempre e comunque con facilità. Ad esempio la recente strage del cinema di Denver avrebbe potuto essere compiuta altresì con una tanica di benzina. Baggianate.

Gli psicopatici si fanno influenzare dal cinema e dalla televisione, l’utilizzo delle armi è un segno distintivo della loro manìa. Ma è tutta politica: le armi resistono, e ad ogni strage il loro incremento in termini di vendite è pazzesco. Come se al diritto degli assassini corrispondesse un diritto eguale e contrario, da esercitare, di difesa legittima mediante l’utilizzo di armi. Assurdo e retrogrado, come d’altronde per certi versi è quel paese, che in Italia abbiamo in mente con storture, pensando alla città multiculturale di New York, alla multietnia, alla bellezza dei grattacieli. L’America è anche Connecticut, fin su a Washington, non dimentichiamolo.