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Il dubbio intelletto di alcuni addetti alle biblioteche civiche e nazionali

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Quello che dovrebbe essere il luogo fulcro della cultura, il ricettacolo di nuovi slanci geniali dell’intelletto, si è tramutato in un coacervo di menti barbare e scarsamente affini alla cultura. Tra tutte le mansioni esistenti, sembra che quella del bibliotecario, anzi dell’addetto alla sorveglianza di biblioteche ed aule studio debba avere come presupposto la stupidità latente. Noi li risoprannominiamo “omini”, termine che vuole indicare persone dotate di nulla autorità che tuttavia cercano di crearsela ed estenderla con arroganza. E’ paradossale come la democrazia, partita con il nobile intento di appiattire il dislivello sociale, sia poi diventata la giustificazione di un’ascesi intellettuale per certe menti bacate, che ,democrazia o meno, rimangono tali. All’interno delle biblioteche le azioni più stupide e meno degne di nota sono immediatamente segnalate dagli addetti: la briciolina sul pavimento, la parolina sussurrata, tutto ciò da adito ad abusi di potere. Ma tutto questo sarebbe la giusta cornice di un’organizzazione capillare ed irreprensibile, non fosse che il più delle volte le biblioteche sono tenute male ed organizzate peggio. Non si contano le macchinette guaste, i bagni putridi, i posti occupati con matite e fogli improvvisati, connessioni wi-fi piuttosto inconsistenti, per non parlare dei disagi creati dagli scioperi degli stessi addetti. Scioperi che non trovano giustificazioni, dato che tali “omini” percepiscono un minimo sindacale che si aggira intorno ai 1000 euro mensili netti, mica poco, considerando la scarsa mole di lavoro cui sono sottoposti. Meno male che ora è estate, e un bel prato può essere l’antidoto  contro l’inelegante rudezza di chi non trae il benché minimo giovamento dal contatto quotidiano con la cultura.

 

di Gabriele Tebaldi

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Di Redazione Elzeviro.eu

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