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Mistero macabro – Storia di una cenetta iniziata bene e finita malissimo

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di Roberto Crudelini

Sono da sempre un appassionato di trasmissioni culturali e storiche soprattutto quando vanno a toccare argomenti tabù e a sondare misteri irrisolti, come Stargate linea di confine, o Voyager.


Attualmente guardo con molto interesse “Mistero” su Italia 1 il giovedì sera. Una trasmissione che apprezzo per essere sufficientemente scientifica ma al tempo stesso non imbrigliata dagli schemi dell’ufficialità e dell’ortodossia. Un programma che ovviamente non può dare risposte certe e indiscutibili ma che per il suo taglio investigativo riesce molto bene se non altro a porre delle domande che possono spalancare orizzonti anche sensazionali e insospettati sull’ignoto.

Detto questo però noto con preoccupazione che il programma, pur con i lodevolissimi iniziali intenti di operare il più possibile al di fuori degli schemi tradizionali, sta deviando un po’ troppo da quelli che erano e sarebbero i suoi intenti originari. Questa nuova serie, pur ritoccando essenzialmente buona parte dei temi a lei cari, come lo studio e la ricerca di entità e fenomeni paranormali, o la ricerca di prove sull’esistenza di esseri provenienti da altri mondi e galassie, ha cercato, in modo a nostro giudizio un po’ esagerato, di aumentare a tutti i costi i propri indici di ascolto. E questo l’ha fatto andando a toccare argomenti che per la loro natura sarebbero secondo noi più laterali e meno importanti rispetto ai grandi quesiti sui misteri storici e religiosi che effettivamente ci circondano.

I nostri pur valenti, simpatici e affascinanti inviati sono andati, con l’intento mal celato di andare a tutti i costi alla ricerca di sensazioni forti, ad affrontare argomenti per stomaci forti come l’analisi di resti umani più o meno mummificati, più o meno decomposti in cripte sotterranee o in cimiteri di provincia. L’ultima puntata è stata in questo senso forse la più esemplificativa. Partendo da un non ben precisato e inspiegabile fenomeno di conservazione cadaverica in un piccolo cimitero italiano, l’inviata, la splendida Paola Barale, è andata sul posto a verificare l’apparente mistero. Non dubitiamo che la scelta della talentuosa e affascinante soubrette sia stata voluta per cercare in qualche modo di mitigare le immagini forti che, ahi noi, siamo stati costretti a goderci.

Mentre a quell’ora, erano le 21 e 30 circa, stavo gustandomi in santa pace la mia solitaria cenetta, sul più bello, tra un bicchiere di Chardonnay e un agognato risottino al …salmone, bello anche l’acronimo, ecco apparire sul video immagini di salme riesumate, semi putrefatte o quasi mummificate, o, per dirla con il medico legale intervistato, in pieno processo di saponificazione o corizzazione…sob!. Bella la scena dell’apertura della bara con i figli del defunto che raccontano i raccapriccianti dettagli della prima riesumazione operata una decina di anni prima, quando scoprirono con orrore che al loro trapassato genitore erano cresciuti nel frattempo i capelli e le unghie… !? E bella anche l’immagine di un’altra appassionante riesumazione in cui il nostro simpatico becchino, accompagnato dal medico legale di cui sopra, tasta un cadavere dal cranio completamente annerito, stabilendo, con nostra grande gioia, che è ancora…troppo fresco per essere riesumato.

A quel punto la nostra simpatica Paola Barale, a cui va tutto il nostro cordoglio e la nostra comprensione, dice le seguenti esatte parole: “basta io esco, non ce la faccio più” e se la da letteralmente a gambe uscendo dal fetido e inquietante stanzino. Il problema è che mentre la Barale, beata lei, era uscita, noi, al contrario, ancorati in una sorta di ipnosi paranormale alla telecamera assassina, siamo dovuti ripiombare nell’orrore e gustarci ancora un poco quel bel quadretto da…tacchino natalizio. Ma non bastava, sullo schermo sono passate ad un certo punto in rassegna altre belle istantanee di cadaveri riesumati con le più svariate combinazioni di decomposizione, tutte per stomaci a prova di bomba H, che hanno finito con il rallegrarci la serata facendoci e facendomi da insperato e apprezzatissimo companatico. Non è il caso di aggiungere che la mia spensierata cenetta ha avuto un impietoso e drammatico epilogo a metà risotto: non ho più toccato cibo fino alla sera dopo con indubbi vantaggi per la mia personalissima dieta sportiva ma con lo stomaco che è arrivato a lambirmi le tonsille.

Ora il bello è che ogni volta che penserò a quella gran bella figliola della Barale mi verrà purtroppo in mente per associazione di idee il cadavere annerito di quel povero diavolo riesumato in diretta televisiva, per la serie Eros e xanathos, sesso e morte in eterno connubio. Speriamo solo che mi passi…in compenso ho vissuto il resto della mia serata chiedendomi affannosamente se non era il caso di decidermi a iscrivermi per tempo alla lega per la cremazione…ma anche qui, la mia mente, ormai totalmente deprivata della sua solita lucidità, ha incominciato ad annaspare presa da visioni onirico ossessive del tipo io che mi risveglio proprio nel momento in cui il mio corpo sta per essere arrostito come quello di un tacchino al forno. Allora a quale soluzione sono arrivato nella mia angosciosa, demenziale e ormai disperata affabulazione solitaria? Ho deciso, mi farò fare un funerale come quello degli indiani Apache: il mio corpo sarà lasciato su un telo in cima ad una montagna in preda agli animali. Almeno se mi risveglierò sarò ancora in tempo a darmela a gambe come la nostra amica Paola Barale…mistero e potere del piccolo schermo, la festa di nostra sorella morte è finita…andiamo in pace, almeno chi può,…amen.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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