Nolite Iudicare

Nolite iudicare ut non iudicemini. (Matteo, VII, 2). Non giudicate, per non essere giudicati.

La politica sta diventando una fiction a puntate con suspance incorporata ed assicurata. Tutti i media non fanno altro che mettere in risalto la dura replica del Quirinale alla “pretesa” di Berlusconi , che senza richiedere formalmente la grazia, sostiene che Napolitano dovrebbe concedergliela senza esitare. Solo il quotidiano “Il mattino” di Napoli ha dato spazio all’unica frase sensata pronunciata da un politico di lungo (troppo lungo) corso: “bisogna evitare la decadenza”.

Sono parole di Pierferdinando Casini, che sottolinea la sua intenzione di votare a favore dell’estromissione qualora la Suprema corte decida la costituzionalità della legge Severino. Suvvia , si è sempre fatto trenta, si faccia trentuno senza tante polemiche. Per erigersi a “giudice” si deve avere almeno la coscienza a posto. L’accanimento a procedere portato avanti dal Pd con veemenza e sicumera, non è un’espressione di legalità, ma quella di un becero giustizialismo che la sinistra dice di voler combattere.

dal sito partitodemocratico.it

E’ un odio implacabile, senza limiti, verso un uomo: una malvagia e pidocchiosa forma di persecuzione che non ha pari. Non è certo questo il modo per dimostrare la forza di una partito per poi esclamare “nunc est bibendum”. Lo scrisse Orazio raccontando la storia del poeta Alceo, quando a Lesbo (all’inizio del sesto secolo a.C.) festeggiò la morte del tiranno Mirsilo di Mitilene brindando e bevendo per la vittoria ottenuta. Smaltita la sbornia, venne espulso dalla patria dal nuovo “signore”, guarda caso suo amico: quel Pittaco a fianco del quale aveva combattuto. La storia è maestra di vita sempre , il Pd farebbe bene a ricordarselo.

Giuseppe Franchi – Naa