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So contare i giorni. Prove di vita fuori e dentro il carcere

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So contare i giorni. Prove di vita fuori e dentro il carcere

Daddiego Giuseppe

? 10,00

2013, 107pp.

Stilo Editrice

Per quanto i problemi personali di ogni persona abbiano la loro dignità, ci sono storie che si prestano ad un confronto con la nostra vita i nostri problemi. Delle nostre difficoltà allora emerge anche l?aspetto positivo: il loro “poteva essere anche peggio”, se non addirittura vengono ridimensionate.

E una di queste storie è So contare i giorni. Prove di vita fuori e dentro il carcere di Giuseppe Daddiego.

Nel libro vengono raccontante in prima persona le vicende dell?autore che si ritrova più volte in carcere e man mano matura l?intenzione di cambiare.

Ciò che da a questo libro la facoltà di insegnare qualcosa ai lettori è proprio il nascere da eventi realmente vissuti. Tante volte leggiamo di finzioni o di qualcosa di plausibile, ma comunque ricostruito previa indagine; invece in So contare i giorni tutto ciò che abbiamo sotto gli occhi è vero. Dobbiamo prestar fede alle parole dell?autore che ci descrive il senso di smarrimento che segue la scarcerazione, un momento difficile, di cui lamenta il disinteresse delle istituzioni. E? facile allora ricadere nei soliti errori, o pensare che la propria vita, il proprio destino, sia la delinquenza.

Anche il carcere non è semplice, non è un “albergo” come può sembrare a chi sta fuori. Il sovraffollamento è la causa principale di molti suicidi. Bisogna trovare qualcosa da fare, come l?autore che leggeva la Bibbia, per poter resistere fino alla scarcerazione. Diventa chiaro come in quella situazione il tempo e il rimorso per i propri errori diventano la più triste compagnia, sempre pronta a far sembrare i secondi interminabili.

Un bel messaggio dell?autore è quello che lancia quando ammette l?importanza dello studio e della lettura, non solo per sopportare il tempo che è una “massa immobile”, ma anche per potersi aprire qualche strada fuori dal carcere. Anche la scrittura ha un ruolo importante: in un primo momento diventa lo sfogo dell?autore e in secondo luogo diventa il ponte che lo unisce ad altre persone in un una lettura pubblica: «finalmente avevo trovato qualcuno che mi ascoltava».

Non mancano però delle stoccate alla nostra Società. In certi passaggi l?autore descrive la sua incapacità di capire la malignità di certe persone “per bene”, si avverte così lo scollamento tra il mondo del carcere e della delinquenza, dove però (e ce lo testimonia l?autore) rimangono alcuni valori come l?amicizia, il rispetto e la difesa dei più deboli, e il mondo in cui viviamo tutti, dove si possono incontrare « ladri professionisti che usano la penna al posto della pistola».

So contare i giorni è un libro che colpisce. Colpisce per la veridicità di ciò che racconta, colpisce perché quel che è raccontato è un mondo lontano che pochi conoscono e che però è giusto conoscere, anche solo per evitare nella vita di tutti i giorni di scadere nel facile pregiudizio e nell?ancora più facile generalizzazione.

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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