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I polli preferiscono le gabbie

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I polli preferiscono le gabbie

Farrachi Armand

? 8,50

2003, 88p., brossura

Amrita Edizioni (collana La sveglia)

Siamo davvero consapevoli di ciò che vogliamo? I nostri sono davvero bisogni o sono per lo più capricci? Ogni scelta che prendiamo è dettata solo ed esclusivamente dalla nostra volontà? Oppure c?è qualcosa che “trama nell?ombra”, qualcosa di cui ignoriamo l?esistenza, poiché esso va oltre persino i governi e, anzi, li ingloba tutti in un unico meccanismo? Questo qualcosa potrebbe essere l?industria totalitaria.

Il titolo che Armand Farrachi sceglie per il proprio libro, “I polli preferiscono le gabbie”, edito da Amrita Edizioni, potrà sembrare curioso, ma non lo è affatto. Basterà la lettura di poche pagine affinché  assuma senso. Un animale che nasce e cresce in cattività, in pochi decimetri cubi di spazio, alla costante luce artificiale di magazzini, si troverà necessariamente a disagio esposto alla luce del sole e in presenza di altri animali come lui. Così cercherà rifugio in una gabbia. L?autore spiega come la comunità scientifica, se adeguatamente manovrata, possa pubblicare dei dati volti a dimostrare persino l?impossibile, appunto i polli che preferiscono le gabbie.

Allora un titolo che può parere quasi comico, per lo meno perché opera un rovesciamento, assume i “lividi tratti della disperazione” (per citare Eugenio Montale dal discorso per il premio nobel del 1975). Perché diventa legittimo il dubbio che alla lunga possano uscire degli esiti di laboratori volti a provare che gli uomini preferiscono stare chiusi nelle loro case senza mai mettere il naso fuori, come dentro dei bozzoli. Così come, l?esito di un?altra indagine che riporta Farrachi, gli elefanti, avendo troppo poco spazio dove muoversi (perché nel restano vengono cacciati), sono per forza di cose in sovrannumero, quindi è giusto ridurli. Insomma, l?autore fa degli esempi di come un dato in un certo contesto possa giustificare qualsiasi atto, persino uno riprovevole come la caccia agli elefanti. Siamo al limite del sofismo e della «confusione tra autoritarismo e autorevolezza» che si ha nei confronti della Scienza.

Un altro punto forte su cui insiste Farrachi è «la scelta in favore della vita» parola magica che permette «l?inquinamento degli elementi, la deforestazione, lo sterminio degli animali non domestici», come nel caso degli elefanti. “Scelta in favore della vita” che dipende dall?incredibile avanzamento tecnologico dell?Uomo, ma che porta ad una conclusione: «è “tecnicamente” impossibile essere autonomo, determinare da sé la propria vita». L?essere umano ha inventato le macchine per facilitare certe operazioni. Col progredire della tecnica le macchine hanno preso il sopravvento obbligando l?uomo alle “scelte in favore della vita”, della propria vita ovviamente, quindi l?inquinamento dato dai carburanti fossili. Tutto questo in uno scenario da «società razionalmente totalitaria».

Quello di Farrachi è un libro assolutamente da leggere per coloro i quali si pongono delle domande e non si adagiano sulle spiegazioni che gli “esperti” danno loro; perché essi potranno essere di certo “esperti” nei loro settori, ma comunque uomini e dunque soggetti a tutti i vizi e le virtù della specie umana.

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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