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Il Cattocomunismo servito sul piatto del Pontefice

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Avevamo già assistito inorriditi all’Ave Maria intercalata alle invocazioni ad Allah ma ci mancava ancora il piatto forte: quello di un Crocifisso a forma di falce e martello amorevolmente messo nelle mani del Pontefice dal Presidente della Bolivia Evo Morales. Un’immagine forte ma anche ai limiti della blasfemia perché accostare l’immagine di Nostro Signore al simbolo del peggiore nemico di Cristo, il Satana che ha sterminato in nome del materialismo storico decine di milioni di esseri umani grida vendetta al cospetto di Dio.

 

Lungi da noi l’idea di criticare il Santo Padre ma quel regalo, che in un colpo solo offende lo sterminato numero di vittime innocenti scannate in nome della più grande idolatria anticristiana della storia, non avrebbe dovuto accettarlo. Una croce fatta con la falce e martello nel contesto di una visita pastorale ufficiale del Papa vuole evidentemente significare, nelle intenzioni di Morales, la definitiva “consacrazione” degli ideali del più becero Cattocomunismo, ovvero di quella che è stata la degenerazione più diabolica del Cristianesimo che ha osato e preteso di “coniare” Cristo ad immagine e somiglianza di Karl Marx. Questo è evidentemente l’ideale distorto su cui si fonda la Bolivia, un paese dove le Chiese non sono state distrutte come succedeva in Cina e in Unione Sovietica ma sono state trasformate, con la compiacente complicità del clero locale, nel megafono del regime di Morales. Un regime che si basa solo su un populismo marxiano di basso livello fatto di elargizioni al popolo e di insulti al liberismo occidentale ma avaro in termini di riforme sostanziali e di effettive modifiche strutturali  di un’economia da terzo mondo. Un regime che come tutti i regimi che si rispettano in definitiva si basa solo sulla propaganda a trecentosessanta gradi, unico strumento per continuare a tenere unito il paese e a governare o…meglio a far finta di governare.

 

Il Presidente della Bolivia però non si è accorto, al tempo stesso, di essersi fatto uno splendido autogoal: infatti quel crocifisso in legno è in fondo anche l’impietosa metafora di quello che è successo nella storia. Cristo è stato crocifisso non solo dal Sinedrio con la compiacente partecipazione del governo romano ma in seguito anche dall’odio scatenato dalle varie idolatrie che si sono avvicendate nella storia dell’umanità e che in nome di una “giustizia senza Dio hanno commesso e continuano a commettere stermini di massa. Ecco in questo senso possiamo dire che Cristo continua ad essere crocifisso e quel legno a cui  ancora oggi è appeso può avere la forma della croce uncinata ma anche e soprattutto quella della falce e martello.  

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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