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Il papa attraverso il popolare social network Twitter, ove un profilo pontiificale era stato creato durante il tempo di Benedetto XVI, ha lanciato l’allarme contro l’indifferenza. C’è tanta indifferenza davanti alla sofferenza. Questa indifferenza va contrastata con atti concreti di carità.
A seguito dell’incontro dell’International Drug Enforcement Conference il pontefice ha manifestato viva preoccupazione per la costante diffusione delle sostanze droganti: la droga è infatti un flagello che «continua a crescere» ed è soprattutto un «pericolo per i giovani e gli adolescenti».
Nello sviluppare il suo discorso, Papa Francesco descrive le droghe leggere come un compromesso non accettabile: le legalizzazioni delle droghe leggere sono discutibili su un piano legislativo secondo Bergoglio, e le droghe sostitutive non sarebbero, sempre stando alle parole di Bergoglio, sufficienti, ma rappresenterebbero un modo velato di arrendersi al fenomeno.
«Per opporsi alle droghe occorre dire sì alla vita, sì all’amore, sì agli altri, sì all’educazione, sì allo sport, sì al lavoro, sì a più fonti di lavoro. Se si realizzano questi “sì” non c’è posto per la droga, per l’abuso di alcol, per la altre dipendenze». Per i giovani disoccupati e che non studiano la paventata soluzione, ammette il papa, è sempre più comune che vada a ricercarsi nella droga, ma proprio perciò è necessaria ora più che mai, una forte prevenzione.
