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Adesso non siamo neanche più padroni di farci il segno della croce a casa nostra

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C’è una notizia che sta facendo il giro dei giornali italiani e dei notiziari e che avrebbe dell’incredibile se non fosse che ormai da tempo gli Italiani sono purtroppo diventati ostaggi a casa loro. In quel di Reggio Emilia un docente, udite udite, di religione avrebbe bacchettato una sua allieva perché, al passaggio di un’ambulanza, si era fatta il segno della croce. Il motivo di tale rimbrotto sarebbe stato il fatto di “offendere” la sensibilità di chi non crede  e di chi appartiene ad un’altra religione.

Quello che sarebbe un semplice gesto di pietà cristiana verso chi sta male, gesto apprezzabile ed encomiabile in una ragazzina, evidentemente in possesso di valori nei quali il docente in questione non crede più, è diventato all’improvviso un gesto di cui vergognarsi al pari di un insulto o di un qualsiasi altro gestaccio da stadio. Ci sarebbe da chiedersi intanto in che modo l’insegnante in questione si sudi lo stipendio in quella scuola, perché, ammesso e non concesso che possa anche avere avuto precise istruzioni a riguardo, dovremmo a questo punto domandarci dove è andata a finire la sua libertà di pensiero e di coscienza, senza le quali non potrebbe neanche, a rigor di logica, insegnare religione.

Ma forse ci verrebbe pure da sospettare che lo stesso insegnante, come fanno non pochi pseudo cattolici, nelle sue lezioni cerchi di portare avanti contraddittorie e ipocrite istanze di universalismo religioso stile New Age, in cui Cristo sarebbe solo e soltanto uno dei tanti profeti nati, vissuti e… morti su questa terra per portare un po’ di serenità sui guai umani.

Su una questione del genere comunque c’è stata un’interrogazione da parte di un consigliere regionale al Presidente dell’Assemblea Legislativa della regione Emilia Romagna, dato che il “fattaccio” sarebbe avvenuto appunto a Reggio Emilia, anche se, ad essere sinceri, temiamo che, come al solito, non ne verrà fuori nulla. Ricordiamo infatti che sono anni ormai che gli Italiani-Cristiani devono vergognarsi di ostentare la loro fede e si vedono fin negato, a casa loro, il diritto di venerare le immagini della propria religione, come se fossimo in un paese della vecchia cortina di ferro comunista o in un paese di fede islamica, buddista o induista.

Proprio noi Italiani che siamo chiamati ad accogliere amorevolmente nel nostro paese chiunque arriva senza più una speranza e in cerca di un tozzo di pane, salvo poi doverci giustificare con lo stesso rifugiato per le nostre, ahinoi, differenti credenze in materia di religione. Questo non è ammissibile e non lo è a maggior ragione in un paese come il nostro, dotato ancora, grazie al cielo, di una religione ufficiale di stato… è il caso di ricordarlo a chi avesse  la memoria corta.

Non ci stupiamo neppure che il fatto sia avvenuto in quelle terre dove una maggioranza ancora comunista e atavicamente legata al mito della rivoluzione bolscevica gradirebbe appesa nelle aule scolastiche, al posto di quel Crocifisso, scandalo per il mondo, la molto più amata falce e martello. Comunque resta il fatto che il popolo italiano è ridotto allo stato di ostaggio a casa sua, obbligato a dare assistenza amorevole e tollerante accoglienza in nome anche di quegli stessi valori cristiani che poi però si pretende di nascondere per non offendere nessuno. Siamo il paese in cui, appena qualcuno raggiunge il potere politico ed economico, come da me sottolineato a suo tempo in un articolo sulle lobbies in Italia, pretende di imporre sugli altri la sua “dignità offesa” salvo poi fare come gli pare e piace quando si tratta di far valere le proprie istanze sulla pelle degli altri.

L’esempio delle molte moschee frettolosamente costruite per fare esercitare il sacrosanto diritto alla preghiera da parte di chi da molto tempo, grazie alla complicità di forze politiche precise, non è più neanche minoranza, è la dimostrazione di come i Cristiani e gli Italiani in genere debbano considerarsi estranei e ospiti a casa loro. Perché se è giusto che chi ha una fede diversa dalla nostra possa pubblicamente esercitarla, non è altrettanto tollerabile che la fede di chi in definitiva dovrebbe essere padrone a casa sua, debba rimanere a sua volta nascosta per non offendere l’altrui sensibilità.

Il bello è che certa stampa cattolica continua a far finta di niente, come se il Cristianesimo e la Chiesa stessa non fossero da tempo sotto l’attacco concentrico di forze al servizio di valori opposti, come se gli stessi Cristiani non fossero costretti di nuovo a scendere nelle catacombe per non farsi riconoscere e come se i valori fondanti della fede cristiana non fossero da tempo minacciati se non addirittura oscurati in nome di un umanesimo ateo e materialista o di fasulle istanze sincretiste. Questo è il paradosso di un certo mondo cattolico, più preoccupato evidentemente di spandere tolleranza e rispetto per gli altri che non a difendere a spada tratta le proprie ragioni e in ultima analisi i propri fedeli, almeno quelli che in quella fede continuano a identificarsi. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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