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Convegno del I dicembre: “sì alla famiglia”

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Domenica 1° dicembre il Centro Incontri della Regione Piemonte a Torino ha visto la partecipazione di un vasto popolo venuto a esprimere il proprio “Sì alla famiglia”. Era questo il titolo del convegno organizzato da sedici associazioni cattoliche, tra cui Alleanza Cattolica e il Movimento Cristiano Lavoratori, riunite in un coordinamento, che ha presentato un manifesto ? il cui testo è disponibile sul sito www.siallafamiglia.it ? a una sala gremita in ogni ordine di posti. Circa 500 persone sono passate dal Centro Incontri: numeri significativi per una Domenica prenatalizia e per tempi in cui è difficile riunire le persone.

Questo popolo ha potuto ascoltare le testimonianze di politici, giuristi e dirigenti nazionali di movimenti e associazioni di ispirazione cristiana. Dopo l’introduzione del sociologo Massimo Introvigne e il saluto del rappresentante della Regione Piemonte, Gianpiero Leo, sono intervenuti Mauro Ronco, penalista e membro del Consiglio Superiore della Magistratura, Alfredo Mantovano, giudice e già sottosegretario agli Interni, i deputati Pagano e Gigli e il senatore Malan, Pier Paolo Saleri, per il MCL, Roberto Gontero, per l’AGESC, Redi Sante Di Pol, per la FISM. Questi ultimi – i deputati e i dirigenti dei movimenti e delle associazioni – sono stati moderati dal direttore de La Nuova Bussola Quotidiana Riccardo Cascioli.

Come ricorda il dottor. Massimo Introvigne, uno dei coordinatori dell’evento, su Il Nostro Tempo dell’8/12: “Il punto di partenza è stato chiaro, da cattolici, ispirati dal Magistero della Chiesa, vogliamo che le persone omosessuali siano accolte con rispetto e delicatezza nella scuola e nella società. Siamo stati colpiti e commossi dalle parole di Papa Francesco, che hanno fatto il giro del mondo: se una persona omosessuale «cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». Il richiamo al rispetto e al non giudicare le persone in quanto persone non può essere semplicemente retorico, e dev?essere preso sul serio. Nello stesso tempo, il Papa richiama costantemente al Catechismo della Chiesa Cattolica che secondo il Documento preparatorio del Sinodo del 2014 contiene la «comprensione aggiornata della dottrina della fede» su questi temi. Il Catechismo, mentre ribadisce l?invito a non giudicare le persone, giudica invece gli atti omosessuali, definiti «intrinsecamente disordinati», e invita a giudicare le leggi. Dire sì o no a una proposta di legge implica sempre un giudizio. Chi siamo noi per giudicare le persone omosessuali? Ma, nello stesso tempo, chi siamo noi per non giudicare le proposte di legge, sottraendoci a quello che è un dovere di cristiani e di cittadini?”

Il convegno è stato fedele a questi principi, difatti chi è intervenuto è riuscito ad applicarli, in particolare alle proposte di legge contro l?omofobia. Si è espressa una chiara posizione favorevole a una repressione severa delle minacce, delle violenze e degli insulti nei confronti delle persone omosessuali. E se si legge il manifesto si può comprendere che il coordinamento Sì alla famiglia è anche favorevole alle aggravanti – peraltro già presenti nelle leggi in vigore, si pensi alla legge Mancino – che colpiscano più severamente chi si macchia dei cosiddetti «crimini di odio», cioè aggredisce, minaccia o insulta le persone omosessuali in ragione del loro orientamento sessuale.

Diverso, però, è il discorso se per «omofobia» s?intende ? come nella proposta di legge Scalfarotto-Leone approvata dalla Camera e in discussione al Senato ? la semplice espressione di opinioni sugli atti omosessuali. Certo, insultare le persone omosessuali non è libertà di opinione. Ma, per esempio, come ricorda sempre Introvigne, “la Corte Suprema degli Stati Uniti ha definito «discriminazione» anche l’opposizione di principio al matrimonio e alle adozioni omosessuali, e tribunali americani e britannici hanno considerato discriminatorie affermazioni secondo cui gli atti omosessuali sono «disordinati» dal punto di vista morale, un?espressione che come si è visto si trova anche nel Catechismo cattolico”.

Il popolo presente Domenica vorrebbe essere certo del fatto che citare il Catechismo  in chiesa, a scuola o su un giornale, da parte di ministri di culto e di chiunque altro,  non porterà in Italia a finire in prigione. Vorrebbe poter continuare a sostenere, in nome di una visione antropologica non da tutti condivisa ma non equiparabile a un reato, che il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna, che le unioni civili non sono l?alternativa ma l?apripista e il battistrada al futuro matrimonio omosessuale, che un bambino, per apprendere la bellezza e il ruolo della differenza sessuale tra uomo e donna fin dalla prima infanzia, ha bisogno di un papà e di una mamma, non di due mamme senza papà o di due papà senza mamma. E vorrebbe anche poter criticare l?educazione di genere che il nostro Ministero dell?Istruzione sempre più ? come il convegno ha documentato ? affida nelle scuole ad attivisti della militanza omosessuale, anche qui senza venire accusati del reato di omofobia.

Vale la pena, per concludere e rendere ancora più chiaro quanto letto fino ad adesso, ricordare la lettera di Papa Francesco, quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires, al dottor Justo Carbajales, Direttore del Dipartimento dei Laici della Conferenza Episcopale Argentina: “Il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell?unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non è discriminare, al contrario è rispettare. Differenziare per discernere è valutare in modo proprio, non è discriminare. In un?epoca in cui si insiste tanto sulla ricchezza del pluralismo e della diversità culturale e sociale, è davvero contraddittorio minimizzare le differenze umane fondamentali”.

12 dicembre, San Valerio di Leuconay

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Di Redazione Elzeviro.eu

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