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Nuovo lockdown? Le varianti usate come arma politica di repressione

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Sono passate a malapena due settimane in zona gialla per l’Italia e già si torna a parlare, come se fosse la cosa più normale del mondo, di un imminente lockdown totale per la nazione.

di Diego Fusaro

Si dice, infatti, che la variante inglese sia massimamente contagiosa. E che, dunque, occorra adoperarsi in ogni modo per raffreddare la curva epidemiologica. Tradotto nel lessico gelido e burocratico dei virologi, ciò significa una cosa soltanto: lockdown totale, proprio come nel marzo del 2020.

È ormai passato pressoché un anno dal cominciamento di quella che si diceva essere un’emergenza temporanea e che ormai è chiaro a tutti che coincide con la nuova normalità. Si tratta, come già da mesi vado sostenendo, di una nuova abominevole e disumana normalità, incardinata su alcuni principi che vale la pena di richiamare telegraficamente.

Sorveglianza biopolitica totale

sopra e sotto la pelle; distanziamento sociale come nuovo criterio ordinativo della società senza contatti, in cui l’altro è sempre considerato e trattato come un virus; ideologia medico-scientifica che spaccia per prevenzione norme politiche palesemente repressive, come il divieto di assembramento e il coprifuoco; massacro spietato dei ceti medi e delle classi lavoratrici a colpi di lockdown assassini; trattamento dell’intera popolazione come una massa di malati asintomatici che non possono esimersi dall’essere sottoposti alle cure imposte dal biopotere; quarantena a yoyo o a rocchetto, con continuo transito dalla prima ondata alla seconda ondata, dalla fase 1 alla fase 2, da misure più pesanti a misure temporanee più leggere.

Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che l’emergenza sanitaria è a tutti gli effetti un nuovo metodo di governo delle cose e delle persone, una nuova razionalità politica, schiettamente liberista e autoritaria, che usa l’emergenza come metodo di governo per rendere inevitabile l’inaccettabile.

Chi si ostini a considerare la vicenda epidemiologica al di fuori della cornice politica, sociale, economica dei rapporti di forza interni al modo della produzione capitalistica, è destinato a non capire nulla e a subire tutto, per di più scioccamente pensando che dietro alla compressione dei diritti, alla rimozione delle libertà e alla messa in congedo dei principi costituzionali vi sia un benefico potere che così opera con il nobile obiettivo di salvare le vite.

 

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