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Il disastro europeo sui vaccini spiegato facile

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Il disastro vaccinale della UE ha una causa precisa: l’ideologia liberista e mercatista strutturalmente connaturata alle sue istituzioni e ai suoi rappresentanti. Vediamo perché.

di Thomas Fazi

In sostanza, tutte le principali nazioni occidentali extra-UE (in particolare USA e UK) hanno – giustamente – adottato un approccio strettamente nazionalistico alla questione dei vaccini (tradotto per le anime belle de sinistra: un approccio che ponesse al primo posto la salute dei propri cittadini).

Sarebbe a dire che:

✔️ I governi hanno imposto ai propri istituti di ricerca nazionali di sviluppare il vaccino sul territorio nazionale insieme a compagnie farmaceutiche nazionali (inizialmente Oxford avrebbe dovuto produrre il vaccino insieme all’americana Merck, poi il governo britannico è intervenuto e ha imposto all’istituto di ricerca di mettersi in società con la britannica AstraZeneca).

✔️ La ragione è ovvia: era l’unica maniera per avere garanzie sulla fornitura dei vaccini, che altrimenti – a prescindere dagli accordi contrattuali, come abbiamo visto – sarebbero state alla mercé del governo della nazione/azienda produttrice, che avrebbe tranquillamente potuto bloccare le esportazioni del vaccino, come poi hanno fatto diversi paesi.

✔️ Per la stessa ragione, i governi hanno evitato che le proprie compagnie farmaceutiche nazionali firmassero anche solo accordi di partnership con aziende farmaceutiche estere (sul modello Pfizer-BioNTech), qualora questo avesse significato che una parte significativa della produzione (tale da compromettere l’approvvigionamento nazionale) sarebbe avvenuta all’estero.

✔️ I governi hanno legalmente condizionato gli ingenti finanziamenti pubblici

alla ricerca sul vaccino al fatto che il paese produttore dovesse avere priorità nella fornitura delle dosi. Questa è la ragione per cui il Regno Unito è riuscito ad ottenere molte dosi del vaccino AstraZeneca inizialmente destinate alla UE.

✔️ Infine, come si diceva, diversi governi (Stati Uniti in primis) hanno bloccato – de jure o de facto – le esportazioni del vaccino verso paesi terzi.

✔️ Tutto questo ha fatto sì che oggi Regno Unito e Stati Uniti sono nelle condizioni di poter garantire una copertura vaccinale pressoché totale alla propria popolazione in tempi relativamente brevi.

E la UE? Ovviamente non ha fatto nulla di tutto ciò, col risultato che la campagna vaccinale prosegue a passo di lumaca ed è in preda al caos più assoluto.

Sarebbe a dire che, in ossequio alla filosofia liberista che la contraddistingue:

❌ La UE non ha imposto alle compagnie farmaceutiche, neanche a fronte di ingenti pre-finanziamenti, alcuna clausola che gli imponesse di dare priorità alla UE nella fornitura del vaccino (ragion per cui AstraZeneca ha potuto tranquillamente sfanculare i contratti con la UE per dirottare le proprie dosi verso il Regno Unito, che invece avevano imposto una siffatta clausola all’azienda).

❌ La UE non si è preoccupata minimamente di mantenere la produzione del vaccino sul proprio territorio, permettendo alla tedesca BioNTech di firmare un accordo con l’americana Pfizer che prevedesse che una parte enorme della produzione avvenisse sul suolo americano.

❌ La UE non ha imposto alcun blocco alle esportazioni del vaccino, come hanno fatto invece gli Stati Uniti.

❌ Il risultato?

Che mentre il Regno Unito si accaparrava le dosi del vaccino AstraZeneca destinate alla UE, quest’ultima esportava milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech al Regno Unito. Non solo: mentre gli Stati Uniti bloccavano le esportazioni del vaccino Pfizer-BioNTech prodotto negli USA, la UE ha continuato a esportare le dosi prodotte nella UE, col risultato che il Canada, che confina con gli Stati Uniti, ha ricevuto le proprie dosi dalla UE e non dal suo vicino.

Insomma, i principali paesi extra-UE hanno adottato un approccio pragmaticamente nazionalista – quasi da economia di guerra – nella consapevolezza che nella lotta per l’accaparramento dei vaccini (ma più in generale, potremmo dire, nell’arena della competizione capitalistica internazionale), ogni paese è a sé, a dimostrazione che le classi dirigenti dei paesi seri sanno benissimo che la storia del tramonto degli Stati e dell’efficienza dei mercati non è altro che una balla buona per i gonzi, che serve solo a tenere buoni i cittadini.

I dirigenti UE, invece, sembrerebbero crederci veramente alle proprie favolette liberiste. Al punto da basare tutta la propria strategia vaccinale su una fiducia cieca nella buona fede delle multinazionali farmaceutiche e degli altri governi, e più in generale sulla capacità di autoregolamentazione del mercato.

Insomma, dopo l’ecatombe sociale provocata da anni di politiche di austerità, il liberismo targato UE continua ad uccidere. Uscirne il prima possibile è ormai una questione di mera sopravvivenza.

 

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