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Nuove fondate speranze nella cura del tumore ai polmoni

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In Australia è stato testato un nuovo rivoluzionario farmaco in grado di sciogliere le cellule cancerose nei malati di cancro ai polmoni: i miglioramenti nella qualità di vita e nella sopravvivenza sono assolutamente incoraggianti.

Da un po’ di tempo a questa parte la medicina, nella cura dei tumori  si sta orientando sempre di più verso un approccio alternativo legato all’immunoterapia: in pratica si cerca sempre di più di insegnare all’organismo umano a reagire da solo e a difendersi con sempre maggiore efficacia contro l’aggressione del cancro, un approccio questo che si affianca alla chemioterapia tradizionale. In Australia un  equipe di medici coordinata dall’oncologa Rina Hui, coordinatrice del progetto portato avanti al Westmead Hospital di Sydney, ha annunciato che un nuovo farmaco, già a suo tempo utilizzato nella lotta al melanoma, il Pembrolizumab è stato in grado di sciogliere letteralmente le cellule cancerose in pazienti in stadio avanzato della malattia.

Il farmaco, in pratica un anticorpo monoclonale, è in grado di migliorare di molto la risposta del sistema immunitario facendo in modo che questo possa riconoscere e aggredire selettivamente le cellule cancerose anche quando, nello stadio avanzato caratterizzato da un elevato marcatore, queste si travestono da cellule sane. I risultati fanno assolutamente ben sperare: infatti il farmaco quando è stato utilizzato in alternativa alla normale chemioterapia si è dimostrato del 40% più efficace. I risultati più sorprendenti si sono però avuti quando il farmaco è stato utilizzato in aggiunta a due percorsi chemioterapici: in tal caso la terapia è risultata essere molto più efficace rispetto a quella tradizionale usata in maniera esclusiva.

La stessa dottoressa Rina Hui ha infatti affermato che il farmaco è riuscito a fermare la diffusione del tumore in quasi la metà dei pazienti trattati dimostrandosi in questo modo tre volte più efficace della semplice terapia a base di chemioterapici. Con questo trattamento ora i pazienti avrebbero il 70% di possibilità di sopravvivere oltre i 12 mesi senza effettuare il trattamento chemioterapico. Per carità non stiamo ancora parlando di una vittoria piena e incontrovertibile ma sembra proprio di avere imboccato la strada giusta.

Ovviamente questo successo, per ora specifico nella cura del cancro non a piccole cellule del polmone, potrebbe in futuro aprire la strada anche alla cura di altre forme tumorali perché in fondo il meccanismo di propagazione delle cellule cancerose è simile anche se ogni singola forma tumorale ha le sue specifiche caratteristiche sia in termini di risposta immunitaria e terapeutica che in termini di progressione della malattia.

Una cosa però è sicura, negli ultimi decenni la medicina ha fatto un deciso passo avanti nella prognosi e nella cura del cancro in generale: quella che fino ad appena cinquant’anni fa suonava come una condanna a morte quasi ineluttabile ora, pur nella sua attuale gravità, lascia spazio a qualcosa di più che una semplice e flebile speranza.  La guerra al male del secolo è stata dichiarata ormai da decenni e la speranza mai sopita è quella di poterla un giorno vincere in modo definitivo.   

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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