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Di vaccini non si muore

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Quando in una comunità un gran numero di persone é vaccinato, si creano le condizioni per interrompere il contagio da persona a persona: é la cosiddetta “immunità di gregge”. Ma se la percentuale dei vaccinati cala drasticamente, si perde l’immunità. 
É quello che sta accadendo in Italia, dove, secondo i dati dell’OMS, le immunizzazioni sono al livello più basso degli ultimi dieci anni. 
E all’estero non sono da meno: sempre l’OMS afferma che il tasso di vaccinazioni nelle scuole di Los Angeles é in linea con paesi africani come Chad e Sud-Sudan
“Un tempo l’invito a proteggersi era bene accolto perché si aveva memoria di che cosa fosse la poliomielite. Oggi, invece, la percezione della gravità della malattia é andata perduta e così molti genitori decidono che sia più pericoloso vaccinare che far contrarre ai propri figli la malattia stessa” afferma Stefania Salmaso, direttore del Centro Nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore della Sanità. 
La “vaccino-fobia” nasce negli anni novanta quando un medico inglese, Andrew Wakefield, pubblica su “The Lancet” uno studio piuttosto controverso in cui si ipotizza il legame tra vaccini ed autismo. Sono stati numerosi gli scienziati che hanno tentato di approfondire questa correlazione ma gli esiti sono sempre stati negativi. Un rapporto del 2003 firmato dall’OMS ha concluso che non c’é evidenza.
Nel 2010 il Dottor Wakefield viene radiato dall’Ordine dei Medici e la rivista ritira lo studio. 
Ma tanto basta per scatenare la “caccia alle streghe”. 
Sempre più genitori decidono di non vaccinare i propri figli permettendo così al virus di tornare a popolare i nostri paesi.
Amelia Vitiello é la mamma di Alessia. Alessia é morta nell’ottobre del 2010 a causa di una meningite fulminante di ceppo B. Amelia Vitiello era ed é sostenitrice delle vaccinazioni e per questo insieme al marito Alessandro hanno costituito il Comitato nazionale contro la meningite, che si batte per una eradicazione totale della malattia e per la diffusione del vaccino che dal 2014 é disponibile ed offerto gratuitamente in alcune regioni d’Italia.
Perché di vaccino non si muore, di malattia si. 
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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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