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Se nell’altro mondo tu vuoi andar…alla dea Cibele lo devi domandar

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Lo strano caso di un portale che forse era in grado di catapultare l’uomo in un’altra dimensione. Si tratta del Ploutonion situato a Hierapolis la cui esistenza è stata recentemente scoperta da un archeologo italiano.

Nel marzo del 2013 l’archeologo italiano Francesco D’Andria dell’Università del Salento insieme al suo team ha scoperto tra le rovine dell’antica Hierapolis in Turchia, trecento chilometri a sud di Istambul, quello che gli antichi chiamavano Ploutonion ovvero la cosiddetta porta di Plutone. Era questo un luogo considerato sacro e inavvicinabile che permetteva a chi fosse iniziato ai culti misterici della dea Cibele di entrare nel regno dei morti.

Un luogo affascinante e inquietante al tempo stesso che, secondo le fonti antiche, in primis il geografo Strabone, era considerato l’anticamera dell’Ade, quasi una sorta di porta interdimensionale dalla quale si doveva passare per avere una sorta di esperienza extra corporea fuori dalla dimensione spazio-tempo. La cosa strana era che, quando i sacerdoti portavano dentro il toro sacrificale per compiere il rituale dedicato alla potente dea Cibele, questo moriva quasi istantaneamente a causa dei gas mefitici che fuoriuscivano dalla grotta sottostante ora parzialmente murata. Peccato che, mentre la povera bestia era preda delle ultime convulsioni, gli stessi officianti rimanessero perfettamente integri, lucidi e in ottimo stato di salute.

Che cosa rendesse questi iniziati assolutamente immuni dai letali fumi di anidride carbonica che si sprigionavano dal sottosuolo non è dato saperlo e resta un mistero che sembra anche collegato alla possibilità che questi individui avevano di farsi un bel viaggetto tra una dimensione e l’altra senza subirne alcuna conseguenza. La stessa dea Cibele, il cui culto sorto in Frigia trovò in seguito terreno fertile anche in Grecia e a Roma, è comunque raffigurata sempre seduta accanto ad una porta, appunto quella dell’oltre tomba, che da essa è vigilata gelosamente. Il viaggiatore che avesse avuto l’ardire di andare a dare una sbirciatina dall’altra parte doveva quindi chiedere il permesso alla dea, cosa che non era poi così scontata.

Ora la domanda che ci si pone è appunto questa: partendo dal presupposto che quella porta fosse davvero l’anticamera per andare da un’altra parte, dove mai si sarebbe ritrovato l’ardimentoso viaggiatore? Si trattava veramente del mondo dei morti oppure di qualcosa di ancora più incredibile come ad esempio un luogo lontano anni luce nello spazio, magari sede di quegli dei che nella notte dei tempi, secondo la stragrande maggioranza delle religioni, discesero fino a noi dal cielo per portarci la civiltà?

Di certo se allora un visitatore più ardimentoso di altri fosse riuscito ad entrare nel portale e si fosse ritrovato per incanto trasportato in un’altra dimensione, avrebbe quasi certamente scambiato questa per il mondo dei morti, visto che, secondo le conoscenze assai limitate di allora, o ti ritrovavi qui sulla terra o te ne andavi a farti un giretto nel mondo dei morti. Altre possibilità a quel tempo…non erano semplicemente previste. Ecco quindi come potrebbe essere spiegata, calandoci nella mentalità di allora, la possibilità incredibile di attraversare un portale spazio-temporale. Pura fantasia delle, assai presupposte, menti semplici di quattro ingenui sacerdoti che si facevano le…canne fumando i vapori tossici di una caverna in Anatolia o inquietante realtà?

Di sicuro organizzare tutto quel po’ po’ di complessi rituali con tanto di corteo di officianti soltanto per farsi un’allegra mangiata di carne di toro insaporita da una buona dose di gas letali ci sembra assolutamente ridondante e inutile a meno che qualcosa di effettivamente reale ma soprattutto potente non fosse racchiuso all’interno di quella grotta, un qualcosa che doveva assolutamente rimanere nascosto e custodito gelosamente lontano da occhi indiscreti e soprattutto indegni.

Non ci sarebbe da stupirsi se dietro quella porta potesse celarsi proprio uno star gate multidimensionale, del tutto assimilabile ai ponti di Einstein-Rose che, in barba alla legge della relatività, permetterebbero di recarsi tra un punto e l’altro dell’Universo in un tempo che, secondo la stessa legge, sarebbe assurdo anche solo immaginare. Pura fantasia? Forse no…altrimenti saremmo costretti a dare del pazzo al più grande matematico di tutti i tempi e…Dio ce ne guardi.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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