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Nazca: quei disegni piovuti dal cielo 2^parte

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                                                          –Clicca qui per leggere la prima parte—

Ci sono poi alcune particolarità che lasciano francamente di stucco e che non possono trovare realistici riscontri e spiegazioni tranquillizzanti. La figura dell’immenso ragno che misura più di 45 metri di lunghezza ha in sé una particolarità che rende la stessa figura “impossibile“. Infatti l’aracnide raffigurato sarebbe, in base agli studi fatti a riguardo, un particolare minuscolo ragno dell’Amazzonia, che si trova, tra l’altro, ad una distanza di 1500 chilometri dalla zona. Tale microscopica creatura, che non arriva a misurare 6 millimetri, ha una caratteristica particolare: sono i maschi e non le femmine a deporre le uova tramite un’escrescenza appuntita che si trova nella terza gamba, escrescenza che troviamo puntualmente raffigurata nel disegno di Nazca. La cosa strabiliante e inspiegabile è che tale particolare può essere visto e osservato soltanto mediante l’utilizzo di un microscopio, strumento che, presumiamo, difficilmente all’epoca della civiltà di Nazca, poteva essere impiegato.

 

Un’altra particolarità strabiliante, come ha messo bene in evidenza la giornalista ricercatrice Linda Moulton Howe, è quella relativa all’enorme triangolo lungo ben 9 chilometri, disegnato nella zona, la cui assoluta perfezione geometrica è stata in seguito ampiamente dimostrata. Come ha argutamente sostenuto la ricercatrice statunitense, è un po’ come se qualcuno avesse premuto per chilometri e chilometri il terreno facendolo abbassare per circa mezzo metro dando poi alla stessa immensa forma una perfezione al centimetro. Come avrebbero potuto farlo le mani nude di un’antica civiltà è per la giornalista, e non solo per lei, un vero e proprio mistero.

 

Ma non basta: nella zona, oltre a svariati animali stilizzati e a misteriose linee che si interrompono improvvisamente e che qualcuno ha voluto accostare a moderne rampe di lancio o piste di atterraggio, sono raffigurati precisi diagrammi matematici che sembrano mettere tali disegni in rapporto a conoscenze geometriche matematiche di non lieve entità, non congruenti con popolazioni poco più che primitive. Queste strane e complesse figure matematico-geometriche potrebbero, secondo alcuni, fare pensare a possibili collegamenti con i famosi cerchi nel grano con i quali ci sarebbero interessanti similitudini. La cosa abbastanza inquietante è che sui cerchi non dovuti alla dabbenaggine di qualche buontempone in vena di scherzi, e che si distinguono per l’assoluta precisione e complessità geometrica, sono state avvistate, nel momento in cui venivano “disegnati”, delle strane sfere di luce-energia che sembrerebbero far presumere un artefice che lavora da lontano mediante qualche misterioso strumento simile al laser.

 

Ora più di un ricercatore ha accostato i misteriosi disegni di Nazca proprio ai cosiddetti “crop circles“. Addirittura, se analizziamo l’intero sito, non sfugge un altro particolare semplice e quasi intuitivo se non fosse per il suo presupposto assolutamente inaccettabile per la logica allineata e, aggiungiamo noi, pure surreale. Guardando il quadro completo, è’ un po’ come se qualcuno, prima di effettuare disegni più complessi di animali e di simboli geometrici, si fosse semplicemente allenato con lo strumento a disposizione per tracciare varie linee di prova a casaccio con lo scopo semplicemente di impratichirsi, un po’ come farebbe un allievo che sta facendo pratica nell’utilizzo del tecnigrafo o del semplice pennino. Prima di addentrarsi in complessi disegni, lo studente in questione prova magari a scarabocchiare un po’ il suo foglio di carta per prenderci semplicemente la mano e la confidenza con lo strumento.

 

Questo, potrà sembrare paradossale ma è proprio quanto sembra successo guardando l’immenso “foglio di carta” disteso ai piedi delle Ande. Un allievo che stava imparando, magari sotto la guida di un maestro, ad usare dall’alto una stupefacente penna laser in grado, oggi come duemila anni fa, di lasciarci un bel…rompicapo da risolvere. Un disegno che forse aveva lo scopo di testimoniare qualcosa così come noi abbiamo fatto all’interno delle sonde Pioneer, mandate negli abissi insondabili del cosmo alla ricerca di altra vita, con l’indicazione di precise informazioni sul nostro pianeta e sulla nostra razza. Ma anche un disegno che aveva lo scopo di farci sapere che lassù qualcuno potrebbe conoscerci molto meglio di quanto potremmo immaginare, semplicemente perché ha magari la possibilità di guardarci dall’alto senza essere visto. Un’ipotesi azzardata? Forse, ma a volte è proprio quello che sembra “fantastico” e “assurdo” a fare breccia sulla nostra ignoranza mista alla paura dell’ignoto e a indicarci la strada che porta al progresso. Se a un uomo, anche solo dell’Ottocento, avessimo fatto vedere una televisione o un computer ci avrebbe considerato matti o posseduti da qualche spirito deminiaco ed eravamo solo un secolo e mezzo fa…

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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