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Lo strano caso del signor Filiberto Cardenas

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Nell’ambito del fenomeno delle cosiddette “abduction” che si stanno verificando in maniera sempre più costante da una sessantina di anni a questa parte, l’episodio avvenuto trentacinque anni fa ad un cittadino americano di origine cubana, tale Filiberto Cardenas, rappresenta, per la completezza delle informazioni e dei particolari descrittivi, un caso esemplare e ricco di suggestioni al tempo stesso.

Una sera del 1979 Filiberto Cardenas stava girando con la sua macchina per la periferia di Hialeah in Florida, insieme ad un amico, Fernando Marti, la moglie di questo e la loro figlia allora tredicenne. Ad un certo punto, le luci e l’avviamento dell’auto smisero improvvisamente di funzionare. Scesi, per aprire il cofano della macchina, i due amici vennero quasi abbagliati da strane lucci rosse e viola lampeggianti che emettevano un rumore che sembrava il ronzio di uno sciame di api. La macchina incominciò a vibrare mentre la luce divenne di un bianco quasi accecante. Davanti agli occhi increduli dei suoi amici, Cardenas venne improvvisamente sollevato dal suolo, senza che lui stesso potesse opporre alcuna resistenza. L’amico Fernando parlò di un oggetto luminoso che attrasse come una calamita Filiberto e che poi si allontanò in volo velocemente. Fernando, venne ritrovato un paio di ore dopo a circa 16 chilometri di distanza, su una grande via di comunicazione, la Tamiani Trail, dove per poco non rischiò di essere investito dalle auto che percorrevano la suddetta strada. Di quello che gli era successo in quelle due ore Filiberto non ricordava nulla.

Il suo caso venne analizzato da un avvocato ed investigatore ufologico di nome Virgilio Sanchez Ocejo oltre che dalle autorità di polizia locali che si limitarono a scrivere sul rapporto “Incontro ravvicinato del terzo tipo“. Successivamente, Cardenas, sottoposto ad ipnosi regressiva, dichiarò inizialmente di non poter raccontare la sua esperienza perché così gli era stato ordinato. Poi, forse tranquillizzato anche dal tempo trascorso, incominciò a raccontare una storia che ha dell’incredibile sia per la ricchezza dei particolari che per l’apparente surrealtà degli stessi.

Filiberto raccontò di essersi svegliato immobilizzato davanti ad uno strano essere simile ad un robot e a due umanoidi vestiti con tute aderenti. I due presunti alieni gli avrebbero parlato prima in tedesco, poi in inglese e infine in spagnolo utilizzando uno stranissimo sistema fonico che si attivava schiacciando una sorta di manopola posta sul petto. Dopo, lo stesso Cardenas sarebbe stato condotto alla presenza di un terzo essere assiso su un alto trono, vestito con un mantello e con una collana da cui pendeva una strana pietra triangolare. Anche con questo misterioso personaggio si sarebbe instaurata un’incredibile conversazione un po’ in spagnolo, un po’ in maniera telematica. Successivamente il rapito venne condotto a grande velocità, attraverso una sorta di tunnel fatto di acqua solidificata, in una stranissima base sottomarina, una specie di grande città sotto il livello del mare, dove avrebbe conosciuto altri presunti alieni tra cui un umano che collaborava con loro.

L’uomo venne di nuovo sottoposto ad una serie di complicati esami e poi successivamente istruito tramite un monitor sul quale venivano fatte passare diverse immagini. Dopo un tempo che gli parve lungo diversi giorni, in verità erano passate solo due ore, venne riportato sulla Tamiani Trail. A chi gli chiedeva informazioni sull’aspetto dei presunti alieni, Cardenas rispose che questi erano dotati di occhi orientaleggianti dotati di ciglia, di nasi piccoli e schiacciati, di larghe bocche apparentemente senza labbra e barbe rade. Un particolare aveva destato la sua attenzione: sulle tute all’altezza del petto era disegnato uno strano simbolo composto da un serpente su una ics schiacciata.

Lo stesso Cardenas raccontò di essere poi salito qualche giorno dopo, questa volta insieme alla moglie, su una rampa di accesso che portava ad quella che gli sembrò essere un’astronave dove avrebbe dialogato amichevolmente con gli occupanti, gli stessi che lo avevano rapito in precedenza. Quello che stupisce in questo lungo e stranissimo racconto è il fatto della scomparsa dello stesso Filiberto e del suo ritrovamento a 16 chilometri di distanza. Certo non è impossibile per un atleta percorrere quella distanza in tale lasso di tempo, basterebbe correre a 8 chilometri all’ora, ma forse per un tranquillo cittadino americano senza particolari velleità sportive sembra esserlo un po’ di più. Tra le altre cose c’è anche la testimonianza degli stessi automobilisti che si videro comparire quell’uomo all’improvviso, come se fosse appunto piombato dal cielo.

Sappiamo pure che c’è una teoria che ipotizza l’esistenza di possibili e segrete basi sottomarine sia al largo della Florida, con possibili e suggestivi collegamenti con il famigerato “Triangolo delle Bermude“, sia al largo della California, e il racconto di Cardenas sembrerebbe andare in questa direzione. Anche la prima ritrosia dello stesso rapito sottoposto ad ipnosi regressiva sembra dare un connotazione di credibilità al racconto, ritrosia dovuta evidentemente alla paura delle possibili conseguenze. Quella del ruolo poi di umani che collaborerebbero segretamente con gli alieni, è una teoria avanzata da alcuni ufologi sulla base di altre testimonianze e avvistamenti a riguardo.

Di certo, sia questo episodio che i molti altri di cui la storia delle abduction è piena, mettono tutti in evidenza lo shock e il trauma psico fisico di chi è vittima di questo genere di rapimenti. La consapevolezza di essere venuti in contatto con qualcosa di inspiegabile e di incontrollabile provoca normalmente uno stato di confusione mentale e di lacerazione interiore che sembra destinato a segnare la vita degli abdotti in modo anche drammatico. Nel caso di Filiberto Cardenas siamo poi in presenza di un fenomeno che sembra collocarsi a metà strada tra l’abduction vera e propria e il contatto non coercitivo, vedi l’episodio successivo della salita insieme alla moglie sulla presunta astronave.

Una cosa che sembra ripetersi costantemente nei vari fenomeni accaduti è quella della rimozione forzata del ricordo conscio di quanto successo alle vittime, una cancellazione della memoria cosciente a cui non corrisponde però una parallela rimozione anche a livello subconscio. Livello subconscio che appunto sembra venire a galla grazie alle tecniche di ipnosi regressiva.
E’ ovviamente presto per incominciare a parlare di fenomeno comprovato perché, nonostante l’esistenza di molti indizi che, tra l’altro, si ripetono con costanza in quasi tutti i fenomeni di abduction, oltre alla testimonianza degli stessi abdotti filtrata attraverso le tecniche ipnotiche, non abbiamo fino ad ora la testimonianza diretta di terzi testimoni.

Ci riferiamo ovviamente non al momento del rapimento ma a quello che succede una volta che le vittime vengono portate negli strani laboratori dei presunti alieni. Se allo stato attuale non ci sono certezze se non appunto la stranezza della ripetitività del fenomeno, c’è materia comunque sufficiente per non sottovalutare quello che in apparenza sembra essere soltanto il sogno allucinatorio di persone apparentemente normali. Si sa se una persona grida all’asino che vola quella persona potrebbe essere fortemente disturbata, ma se a farlo sono decine, centinaia di persone forse sarebbe il caso di…dare un’occhiata sopra le nostre teste perché forse quell’asino esiste veramente. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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