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Lo strano caso della missione Apollo 20

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Sulla rete da un po’ di anni sta circolando un “surreale” filmato (una parte a piè d’articolo) che ritrae quello che sembra il viso immobile e senza vita di una bella e inquietante aliena ripresa all’interno di una navicella spaziale della missione Apollo. Insieme a questo incredibile film della durata di diversi minuti ci sono anche riprese del suolo lunare e in particolare di una struttura sigariforme abbastanza vetusta e corrosa dal tempo che sembra tutto tranne che frutto di una casuale formazione naturale. Le immagini della stessa si fanno sempre più vicine e ingrandite e finiscono con lo svelarci l’esistenza di quella che potrebbe essere un’incredibile e antichissima astronave aliena in parte rovinata dall’azione distruttiva di meteoriti che nel corso dei millenni ne avrebbero rovinato la sua superficie.

La prima volta che ho visto questo filmato sono rimasto personalmente colpito dalla complessità dell’intera ricostruzione e dal contesto in cui questa è stata concepita. La prima cosa che ho pensato è stata che se qualche burlone in vena di scherzi avesse voluto imbastire una simile “sola” avrebbe dovuto essere prima di tutto così pieno di soldi da permettersi il lusso di poterli letteralmente “buttare dalla finestra” soltanto con lo scopo di divertirsi alle spalle di milioni di utenti web. In secondo luogo, oltre ad essere miliardario, questo misterioso burlone avrebbe dovuto avere pure le conoscenze tecniche per fare un filmato falso di quel tipo e per riprodurre esattamente, fin nei minimi  particolari, l’interno della stessa navicella Apollo.

Sono venuto in seguito a scoprire che l’intero materiale era stato a suo tempo divulgato da un sedicente William Rutledge che, sotto lo pseudonimo di “Retire Dafb“, aveva dichiarato di essere stato il comandante di una misteriosa missione Apollo 20, ufficialmente mai partita, mandata nel lontano 1976 sul suolo lunare per esplorare la zona che si trova nei pressi del cratere lunare Iszak D. Quella dell’Apollo 20 sarebbe stata una missione compiuta in gran segreto e formata da Sovietici e Statunitensi, che avrebbe scoperto sia l’antica astronave con all’interno il corpo senza vita dell’aliena, sia i resti, anche questi filmati, di antiche strutture di origine non umana nella parte del suolo lunare non visibile dalla terra. Sono venuto poi a scoprire che lo stesso Rutledge si è in seguito reso disponibile ed è stato a suo tempo  intervistato dal ricercatore italiano Luca Scantamburlo.

Qualche tempo dopo fece la sua comparsa sul web anche un altro misterioso personaggio che, sotto lo pseudonimo di “moonwalker 1966 delta“, dichiarò di essere stato, a sua volta, componente e partecipante alla precedente missione Apollo 19. Questo secondo individuo, contattato sempre da Scantamburlo, integrò il materiale precedente con altri filmati e confermò in pieno la bontà di quanto sostenuto in precedenza dallo stesso Rutledge. Lo stesso Scantamburlo, che ci sembra un ricercatore comunque attento e soprattutto difficilmente suggestionabile, non ha d’altronde mai detto di credere apoditticamente a quanto sostenuto da questi due misteriosi personaggi ma ha semplicemente cercato, come abbiamo fatto noi, di verificare la fattibilità e la plausibilità di un’eventuale “montatura-truffa” ai danni dei ricercatori.

Il sottoscritto ha analizzato il video in questione ed effettivamente la prima cosa che mi ha in qualche modo fatto riflettere è l’assoluta precisione con cui lo stesso è stato realizzato. I tanti particolari all’interno della navicella Apollo con l’immagine iniziale del logo sulla plancia della stessa missione Apollo 20, mi sembrano onestamente plausibili anche dal punto di vista tecnico. Quello che è sicuro è che non si tratta di una ricostruzione fatta in casa ad opera di alcuni ragazzotti in vena di scherzi di carnevale. Per approntare un finto set di questo tipo con un pupazzo dalle fattezze perfette come quello filmato, occorrerebbero tanti di quei soldi che non basterebbero dieci anni di lavoro per accumularli. Se è pur vero che adesso i filmati possono essere contraffatti quasi a zero spese, qui non siamo in presenza di un avvistamento nel cielo a chilometri di distanza dall’obiettivo ma stiamo parlando di un ambiente vero, con tanto di strumentazioni, di eventuale manichino, di strumenti da sala operatoria e soprattutto di conoscenze informatiche e tecniche non indifferenti.

Tra l’altro un aspetto che mi ha colpito è l’assoluta imperfezione dello stesso filmato dell’astronave depositata sul suolo lunare, imperfezione assolutamente plausibile perché dovuta alle limitate capacità risolutive degli strumenti dell’epoca rispetto a quelli attuali. Se qualcuno avesse voluto fare…il furbo, avrebbe dovuto farlo…fino in fondo, magari pure con filmati fintamente antichizzati  ma comunque dotati di una risoluzione tale da non lasciare dubbi di sorta sulla veridicità di quanto visto. Tornando al viso della bella aliena, all’inizio del filmato il volto della stessa sembra essere “imprigionato” da una strana struttura rigida fatta di ramificazioni tubolari che dal centro della fronte si diramano sugli occhi e da questi sulla bocca semi aperta e poi sul naso. Struttura che poi nella seconda parte del filmato risulta essere stata asportata perché il viso ci appare libero in tutta la sua affascinante ambivalenza enigmatica. Un viso molto bello, dai lineamenti fortemente orientali, difficilmente contraffattibile con un misero e banale fantoccio artificiale.

Rimarrebbe per la verità l’ipotesi alternativa dell’utilizzo nel filmato in questione di una “cavia” umana, aggiungiamo noi, perfettamente viva e truccata a dovere, a cui qualche tecnico del set avrebbe evidentemente inserito preventivamente quella strana struttura con qualche collante adatto a presa rapida. Collante che con un solvente, si spera non nocivo, sarebbe poi stato rimosso. Ma anche qui ci troveremmo di fronte ad una complessa organizzazione, con tanto di regista, di truccatori, di scenografi, di addetti alla luce e alla fotografia, di relativa attrice, perfetta pure nella tecnica dell’assoluta immobilità, una tecnica nella quale sono bravi solo gli attori di prima fascia. Un tale dispiego di risorse farebbe forse impallidire i castings di film come quelli di George Lucas. E tutto questo con lo scopo di fare uno scherzetto-dolcetto di Halloween?! Ci sembra altamente improbabile e sconsideratamente sproporzionato rispetto al fine di una semplice goliardata mediatica.

Una cosa che poi mi ha colpito è la strana somiglianza di questa splendida “moon walker” con la fantomatica raffigurazione tombale dell’ “Uomo di Palenque“. Anche qui siamo in presenza della raffigurazione di un individuo  dai caratteri somatici strani e vagamente orientaleggianti e, particolare al tempo stesso curioso e inquietante, anche qui è visibile uno strano marchingegno che è collegato al naso dell’uomo tramite una specie di struttura tubolare. Qualcuno ha sostenuto che la Monna Lisa dello spazio, così come è stata in seguito soprannominata,  è solo e soltanto frutto di immaginazione e illusione teatrale, ma forse ci dimentichiamo che la nostra stessa tecnologia sta arrivando a livelli che non avremmo mai immaginato fino a pochi decenni or sono: si sta studiando la possibilità di fornire i piloti di aerei di comandi direttamente collegati alle pupille e alle corde vocali in modo che il computer centrale del velivolo possa prima riconoscere e poi “ubbidire” ai movimenti degli occhi e alla stessa voce del pilota. Se arriveremo, come sembra, ad aerei pilotati dalla semplice volontà dell’uomo allora forse non ci meraviglieremo più di fronte allo strano marchingegno fronte-occhi-bocca-naso della nostra adorabile e affascinante viaggiatrice dello spazio e…del tempo.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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