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Star Wars nella Bibbia?

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La Sacra Bibbia contiene in realtà cronache di incredibili incontri ravvicinati del terzo tipo? Così pare da una lettura attenta del testo. Ma in questo caso come cambierebbe il nostro rapporto con il Sacro?

2a Parte

Il primo passo della Bibbia particolarmente enigmatico e denso di significati oscuri si trova già nelle prime pagine e cioè nel capitolo 6 del libro della Genesi versetti 1-4 *; Il passo recita così: “Gli uomini incominciarono a moltiplicarsi sulla terra. Nacquero loro delle figlie. I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e si scelsero quelle che vollero. Allora il Signore disse: ” Non lascerò che il mio alito vitale rimanga per sempre nell’uomo perché egli è fragile. La sua vita avrà un limite: centovent’anni” Quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed esse partorirono figli, sulla terra vi erano anche dei giganti. E ci furono anche dopo. Sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.

Nella Bibbia interconfessionale in mio possesso* c’è un’interessante nota a piè di pagina proprio sul termine “Figli di Dio” in cui si sottolinea che “Forse sono qui indicate alcune potenze cosmiche considerate esseri divini dai pagani; ma la Bibbia le ritiene comunque sottomesse a Dio“. Ci sembra chiaro, da questo testuale commento, tutto l’imbarazzo da parte dell’autorità ecclesiastica su un passo che sembra inspiegabile in base al concetto di Dio al quale siamo abituati. Qui si parla infatti di un Dio che ha molti figli, figli assolutamente di carne, tanto da essere attratti dalle donne della Terra e da accoppiarsi in seguito con le stesse, concependo bambini con caratteristiche un po’ differenti da quelle fino a quel momento appannaggio degli abitanti del nostro pianeta. Si parla infatti di giganti, e qui il termine è assolutamente inequivocabile tanto che abbiamo un’altra nota che aggiunge premurosamente: “Si conoscevano uomini di alta statura nella regione di Ebron a sud della Palestina”: Qui ci sembra chiaro l’intento da parte degli interpreti del testo di riportare il suddetto significato dentro l’alveo di una spiegazione “razionale” e in qualche modo rassicurante. Evidentemente la traduzione con il termine “giganti” è corretta, significando proprio l’aspetto della dimensione fisica piuttosto che quello alternativo del coraggio e del valore spirituale sovrumano. Anche qui evidentemente continua l’imbarazzo da parte dell’autorità religiosa che si trova alle prese con passi del Sacro Testo assolutamente inspiegabili e contraddittori rispetto alla tradizione canonica.

Interessante è anche il passo in cui Dio pensa di dare un limite alla durata dell’esistenza dell’uomo, limite rimasto a grandi linee valido a tutt’oggi: centoventi è forse, anno più, anno meno, effettivamente il limite fisiologico, quasi inarrivabile della vita umana. Sembra evidente qui la capacità da parte di questo “Dio” di regolare biologicamente il nostro orologio vitale, facendo capire di avere il potere di modificare addirittura il Dna umano, quasi parlassimo dell’ipotesi di un esperimento genetico, così come quando si parla di un accoppiamento tra i cosiddetti “figli di Dio” e le donne del genere umano, da cui sarebbero nati i “Giganti” esseri geneticamente nuovi e per certi aspetti quasi “progettati” in laboratorio in seguito all’unione di due specie differenti ma in qualche modo simili. Anche il passo precedente contenuto nel capitolo 2 versetti 21-22* può avere effettivamente un’interpretazione forse inquietante ma scientificamente spiegabile: “Allora Dio, il Signore, fece scendere un sonno profondo sull’uomo, che si addormentò; poi gli tolse una costola e richiuse la carne al suo posto. Con quella costola Dio, il Signore, formò la donna e la condusse all’uomo”. Può sembrare per certi versi incredibile ma, se diamo al testo il suo significato letterale, possiamo ipotizzare che l’essere umano, dopo essere stato anestetizzato, subì effettivamente la sottrazione di materiale osseo, da cui, come ben sappiamo, si può estrarre il Dna. Quel Dna si sarebbe reso necessario per creare in laboratorio la versione femminile di Adamo, in una sorta di incredibile procedimento di clonazione ante litteram.

Una traduzione simile può sembrare strana? Effettivamente lo è ma questo è quanto la Bibbia ci racconta, senza nascondimenti o doppi sensi. Una simile interpretazione potrebbe spiegare molte cose, altrimenti poco credibili dal punto di vista scientifico. Effettivamente il testo sembra riportare il commento di chi, ovviamente a digiuno di nozioni di biologia e genetica moderne, ha cercato con le sue parole, di raccontare quanto avvenne, anche se per lui inspiegabile e misterioso.

Ma andiamo avanti nella nostra analisi del testo biblico: parliamo di Abramo, il capostipite del popolo d’Israele, l’uomo su cui Dio fonda il suo progetto di alleanza con il popolo eletto. Nei numerosi colloqui tra Abramo e Dio c’è un versetto che mi ha colpito in particolare in Genesi capitolo 17 versetto 22*: “Dopo aver detto questo ad Abramo, Dio si allontanò da lui e scomparve verso l’alto” . Qui si parla in modo chiaro e senza fraintendimenti della presenza fisica di Dio, in grado di parlare faccia a faccia con Abramo ma anche di allontanarsi fisicamente e visivamente da lui salendo verso il cielo. Qui non siamo in presenza di una visione estatica o in stato di trance, qui il testo vuol dirci proprio che Dio, presente fisicamente, ad un certo punto si allontana nello spazio. Un concetto questo ben poco compatibile con l’Essere Supremo, puro spirito e al di là del tempo e dello spazio, cui siamo in qualche modo abituati.

Continuando ad analizzare il testo relativo alla storia di Abramo leggiamo un altro passo decisamente interessante, che si trova al capitolo 18 della Genesi versetti 1-5* : “Un giorno nell’ora più calda, mentre stava seduto all’ingresso della sua tenda, gli apparve il Signore. Abramo alzò gli occhi e vide tre uomini in piedi, davanti a lui. Appena li vide dall’ingresso della tenda, subito corse loro incontro, si inchinò fino a terra e disse: Mio signore, non andare oltre. Fermati. Sono qui per servirti. Vi farò subito portare dell’acqua per lavarvi i piedi. Intanto riposatevi sotto quest’albero. Poi vi darò qualcosa da mangiare. Dopo esservi ristorati, potrete continuare il vostro viaggio. Non dovete essere passati di qui inutilmente…Prese del burro, del latte, la carne che era stata preparata e portò tutto agli ospiti. Mentre essi mangiavano sotto l’albero, egli stava in piedi accanto a loro…Il Signore disse: Io ritornerò da te l’anno prossimo e allora tua moglie Sara avrà un figlio”

Qui il testo è nuovamente enigmatico e sempre inspiegabile a meno di non continuare ad interpretarlo al di fuori di quelli che sono gli schemi tradizionali. Qui si parla di Dio che viene a fare visita ad Abramo mentre questo se ne sta seduto, ben sveglio, davanti alla sua tenda. Ma l’elemento che a questo punto stride è che Dio si trasforma nel testo in “tre uomini in piedi” davanti alla tenda di Abramo, quindi sembra riferirsi a Dio accompagnato da due individui, forse angeli, termine che nella lingua ebraica significa “messaggeri”. Sembra che il testo qui si riferisca a individui in carne ed ossa, individui che si riposano all’ombra di un albero e che si rifocillano con il cibo che Abramo gli offre. Ad un certo punto, Dio dice ad Abramo che sua moglie Sara gli darà un figlio, una cosa inconcepibile, almeno secondo i criteri umani dato che Abramo era ultranovantenne e Sara anche lei ben al di là negli anni. Tanto che la stessa Sara, sentendo quella profezia si mette a ridere suscitando la stizza di Dio che la rimprovera dicendole ” Perché Sara ride? Pensa davvero di non poter aver figli nella sua vecchiaia? Vi è forse qualche cosa di impossibile per il Signore?”. Dal testo biblico sappiamo che Sara riuscì, così come il Signore gli aveva detto, a partorire, dopo un anno, Isacco. Qui sembra che il testo biblico faccia riferimento ad una qualche forma, per quei tempi inconcepibile, di inseminazione artificiale, resa appunto necessaria in quanto a causa dell’età, sarebbe stata quasi impossibile la fecondazione dell’uovo da parte degli spermatozoi.

Ma andiamo avanti nell’analisi del testo. Al momento di congedarsi da Abramo il Signore gli svela il motivo della sua venuta: ” Le accuse contro Sodoma e Gomorra sono tremende.

Il peccato di quelle città è troppo grave. Voglio andare a vedere se queste accuse sono proprio vere. Voglio saperlo” . Ora è molto strano che Iddio Onnipotente abbia bisogno di scendere fisicamente sulla terra per andare ad appurare in prima persona quello che avrebbe già dovuto sapere essendo onnisciente e onnipresente. Dopo aver detto questo ad Abramo, Dio manda appunto i suoi due accompagnatori verso la città di Sodoma che si trovava, come Gomorra, non lontano dal luogo in cui Abramo aveva posizionato la sua tenda, ovvero a sud del Mar Morto. Dopo, nel prosieguo del racconto, i due inviati di Dio arrivano a Sodoma e vengono ospitati da Lot, nipote di Abramo. E qui avviene un altro misterioso e oscuro episodio: i cittadini di Sodoma, incuriositi dalla presenza dei due ospiti, circondano la casa di Lot e, minacciandolo, gli urlano di fare uscire i due individui, per poterli, come dice il testo, violentare” . Nel capitolo 19 versetti 9-11* si dice appunto: ” Si precipitarono (gli abitanti di Sodoma) contro Lot e si avventarono per sfondare l’uscio. Ma i due angeli allungarono le braccia, afferrarono Lot, lo trascinarono in casa e richiusero la porta. Poi colpirono tutta la gente che stava sulla soglia della casa, giovani e vecchi, con un bagliore accecante. Il testo qui si fa ermetico e ancora più oscuro, si parla di strani poteri, di un’arma in grado di emanare un bagliore accecante, una specie di raggio laser. Può sembrare pura fantascienza ma questo è un racconto plausibile soprattutto se pensiamo che fu scritto da chi ovviamente non era a conoscenza di tecnologie così ardite ed è effettivamente il modo in cui un uomo vissuto nell’antichità avrebbe potuto descrivere l’azione di un raggio laser. Questa è l’interpretazione, se vogliamo, più razionale, sicuramente più razionale rispetto a quella alternativa di due esseri angelici dotati di una spada di fuoco saettante.

Dopo questo episodio, i due inviati portano in salvo Lot e la sua famiglia, lontano dalla città di Sodoma, prima che la giustizia divina si scateni contro i suoi abitanti, colpevoli insieme a quelli di Gomorra di gravi peccati. Il testo poi descrive in modo sommario la successiva distruzione: ” Il sole si era levato e Lot era giunto a Zoat quando il Signore fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco. Il Signore distrusse quelle città e tutti i loro abitanti, tutta la pianura e la vegetazione del territorio. Ma la moglie di Lot si voltò indietro a guardare e divenne una statua di sale”. Ora, se pensiamo che la distruzione delle due città fu un atto volontario, preannunciato e poi deciso, non possiamo immaginare che su quei luoghi fosse precipitato un asteroide, un meteorite o qualcosa del genere. Ora, vista la violenza inaudita dell’esplosione, tanto tremenda non solo da cancellare in un colpo solo due città, ma anche tutta la pianura e la vegetazione circostante, non possiamo pensare a qualcosa di alternativo ad un’esplosione nucleare.

Anche qui sembra fantascienza pura, ma solo un’esplosione di tale natura sarebbe stata in grado di distruggere all’istante ogni forma di vita in un territorio tanto vasto. Lo stesso consiglio che gli inviati di Dio danno a Lot di non voltarsi a guardare, sembra confermare proprio l’ipotesi dell’esplosione atomica che si può guardare solo se in possesso di occhiali schermati, occhiali che a quell’epoca, ovviamente, non erano disponibili. La stessa moglie di Lot, trasformata in una statua di sale, sembra una logica conseguenza di quanto ipotizzato. Qualcuno ha infatti sostenuto che l’eventuale onda d’urto di un’esplosione nucleare sarebbe stata in grado di spazzare via i depositi di salgemma che si trovavano nel Mar Morto. Sale che, in qualche modo, avrebbe investito la povera donna con tutte le conseguenze del caso. C’è poi un’altra espressione nel testo che sembra confermare quanto sopra ai versetti 27 e 28*: ” Abramo, alzatosi di buon mattino, andò al luogo dove si era fermato a parlare con il Signore. Volse lo sguardo su Sodoma e Gomorra e su tutta l’estensione della valle. Vide alzarsi da terra un fumo simile a quello di una fornace. Qui qualcuno ha voluto vedervi addirittura l’immagine caratteristica del fungo atomico. Può essere, ma quello che il testo vuol farci capire sono le dimensioni immani del disastro, dimensioni inspiegabili con le normali armi a disposizione degli uomini a quell’epoca. I sassi, le spade, le lance e le fionde non sono in grado di radere al suolo due città con tanto di territori limitrofi per un raggio di decine e decine di chilometri.

 

Proseguendo nella lettura della Bibbia più avanti sempre nel libro della Genesi, precisamente nel capitolo 32 versetti 25-31* si parla di Giacobbe figlio di Isacco e di un assai strano incontro con Dio: “Giacobbe rimase solo, e uno sconosciuto lottò con lui fino allo spuntar dell’alba. Quando costui vide che non poteva vincere Giacobbe nella lotta, lo colpì nell’articolazione del femore, che si slogò, e disse: Lasciami andare perché già spunta l’alba. Giacobbe rispose: Non ti lascerò andare se prima non mi avrai benedetto. Quello chiese: Come ti chiami? Giacobbe- egli rispose. L’altro disse: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato contro Dio e contro gli uomini e hai vinto. Giacobbe gli domandò: Dimmi ti prego, qual’è il tuo nome? L’altro gli rispose: Perché mi chiedi il mio nome? E diede la sua benedizione a Giacobbe. Giacobbe disse: Ho veduto Dio faccia a faccia e non sono morto! Perciò chiamò quel luogo “Penuel” (A faccia a faccia con Dio)”. Qui il testo continua a sorprenderci e non poco: si parla addirittura di un furibondo corpo a corpo tra Giacobbe e Dio in persona, ora ci chiediamo come tutto questo sia possibile. Di solito si lotta fisicamente con un altro uomo in carne ed ossa, non con il Padreterno in persona. Il racconto è stupefacente proprio per essere del tutto paradossale. Quello contro cui lotta Giacobbe per buona parte della notte sembra essere, e non può che essere, un uomo a tutti gli effetti. Un uomo per giunta meno forte fisicamente di Giacobbe, ma più astuto di lui, in grado di colpirlo nel punto più delicato, quello appunto dell’articolazione del femore, riducendolo a mal partito. Il mistero quindi continua, quello che fino ad ora sembra evidente è che se noi rimaniamo per assurdo su una traduzione ed un’interpretazione diciamo umane, logiche e letterali del testo, arriviamo paradossalmente alle conclusioni a cui siamo giunti fino ad ora, a meno di non lasciarci andare in alternativa a ricostruzioni irrazionali e miracolistiche che non competono ad una ricerca storica e scientifica.

* Da “La Bibbia Intercofessionale” Editore “LDC-ABU Il Capitello , Roma 2001;

di Roberto Crudelini

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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