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I vecchi ci rubano il futuro? Una spudorata menzogna

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I vecchi, i nonni, ci rubano il futuro!“. È una delle ultime crociate dei liberali nostrani. Insieme a quella contro il suffragio universale.

Autore: Gilberto Trombetta

Dovendo nascondere con sempre più difficoltà la lotta di classe che ci vede da più di 30 anni “sconfitti e felici“, stanno puntando come dei disperati sui conflitti sezionali. Scrive Il Pedante: “Figli contro padri, dipendenti contro autonomi, autoctoni contro alloctoni, destri contro sinistri, borghesi medio-piccoli contro piccolo-medi borghesi, ecc…

Trasformando in scontro qualsiasi pur minima differenza di condizione o di opinione – per far sì che, bramando ciascuno le catene, la censura o la gogna per i propri nemici, e nell’accecamento di un «fate presto» disposto ad avallare la sospensione delle garanzie giuridiche più elementari, finiscano tutti in catene, senza distinzioni”.

Ma come tutte le narrazioni slegate dalla realtà,

anche questa guerra contro i nostri padri e i nostri nonni ha le gambe corte. Come le bugie su cui si regge. Perché oltre al piccolo dettaglio che le generazioni precedenti, lungi dall’essere quelle che ci hanno rubato il futuro, sono invece quelle che il Paese lo hanno ricostruito, se si vanno a vedere un po’ di numeri viene fuori una realtà come al solito antitetica a quella raccontata.

Viene fuori cioè che 6 milioni di anziani, di nonni, aiutano economicamente i propri familiari, in particolare figli e nipoti. È quanto emerge dalla ricerca effettuata da Tecnè per la Fondazione Di Vittorio.

Si tratta del 35,7% dei pensionati italiani, una percentuale che attraversa l’Italia da Nord a Sud senza sostanziali differenze. Un ruolo che va ben oltre quello del tradizionale welfare informale per diventare un ammortizzatore economico che vale tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. Cioè molto più del reddito di cittadinanza.

Questo perché lo Stato da circa 30 anni anziché interessarsi del lavoro, dei salari e della dignità dei propri cittadini, si preoccupa della stabilità dei prezzi e di tutelare il “Libero mercato“. E quindi sono i nostri nonni e i nostri padri che anziché godersi la meritata pensione, si sono visti messi nella condizione di dover loro aiutare ancora una volta le nuove generazioni.

Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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