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Una petizione per revocare la Brexit? La solita bufala dei mainstream

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Nel momento più delicato delle trattative per la Brexit, ecco puntuale come un orologio svizzero l’ennesimo caso di sabotaggio mediatico per ribaltare il risultato del Referendum del 2016.

Leggendo i titoli dei giornali mainstream italiani sembra infatti che l’esito di quella votazione potrebbe essere presto annullato in virtù di una petizione che avrebbe raggiunto adesioni da record.

Secondo i mainstrem una petizione può fermare la legge dello Stato

In Gb già 700mila firme a petizione per la revoca della Brexit. In titl sito Comuni (Ansa)

Brexit, 1 milione di firme per revocare l’uscita dalla Ue (Quotidiano.net)

“Esplode” la petizione per fermare la Brexit sul sito del Parlamento UK  (EuNews)

Nonostante questi titoloni sensazionalistici non c’è in realtà la benché minima possibilità che tale petizione possa in qualche modo far tornare indietro di due anni le lancette dell’orologio della storia. Si tratta infatti di una delle tante iniziative popolari che sovente cercano di avere una eco nella Camera dei Comuni. Anche i numeri delle sottoscrizioni, arrivate al milione, non implicano in nessun modo un’obbligatorietà da parte del parlamento britannico nel procedere ad un’eventuale revisione della procedura d’uscita dall’Ue.

Occorre poi ricordare che un’analoga iniziativa venne intrapresa a pochi mesi dall’esito del referendum e suscitò scalpore il fatto che sulla piattaforma della petizione, l’utente potesse avere la possibilità di registrarsi più di una volta, usando nomi di fantasia. Insomma una petizione online non ha nessun tipo di valore giuridico vincolante e la volontà di far credere il contrario da parte di alcuni giornali è un chiaro atto di sabotaggio contro la Brexit.

I negoziati sono bloccati, ma l’economia britannica sta volando

I negoziati si stanno infatti prolungando oltre le previsioni, in particolare per due motivi:

  1. L’estrema severità delle condizioni poste dall’Unione europea nell’accordo proposto;
  2. La mancanza di unione politica all’interno della maggioranza britannica.

Nonostante il momento di incertezza politica c’è però un dato che dovrebbe una volta per tutte smentire tutta quella narrativa che vedrebbe la Gran Bretagna come una terra da cui chiunque sta fuggendo.

Come dichiarato dall’on. Claudio Borghi durante la Puntata di 8 e Mezzo, in Gran Bretagna la disoccupazione non esiste praticamente più e i salari continuano ad aumentare. Al netto di petizioni farlocche e previsioni catastrofiste, la Gran Bretagna del Brexit è un eldorado economico che fa invidia a tutti gli stati membri dell’Unione europea.

 

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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