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Draghi affida gli stress test a fondi privati? Il Governo vada a muso duro

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Terminata la tempesta su Carige con il previdente salvataggio di Stato, abbiamo ora il tempo di riflettere su questo strano caso bancario, scoppiato dal giorno alla notte.

Come già scritto su questo portale la banca ligure è stata vittima, da una parte di dissidi interni che ne hanno impedito il programmato aumento di capitale, dall’altra degli stress test posti in atto dalla vigilanza europea. Abbiamo già evidenziato come l’attenzione ossessiva europea verso i crediti deteriorati, pur non rappresentando un pericolo concreto, sia un danno evidente soprattutto per le economie mediterranee.

La Bce farebbe grandi affari grazie agli stress test

Oltre alla fallacia delle regole bancarie europee, sembrerebbe però esserci una malcelata malafede. Proviamo a spiegare meglio. Lo scorso dicembre il Sole 24 ore pubblicava un articolo bomba, passato in realtà piuttosto in sordina. Secondo quanto riportato dal principale giornale economico italiano gli stress test bancari non sarebbero condotti direttamente dagli uffici della Banca centrale europea.

L’Istituto guidato da Mario Draghi avrebbe infatti concesso in appalto l’esecuzione degli esami sulle banche a diversi fondi privati. Si sarebbe trattato quindi di ricche commissioni che il Sole non esita a descrivere come

“il grande affare degli stress test”.

Si parla di appalti concessi anche per oltre 20 milioni di euro e spesso senza le doverose procedure di gara. “Necessità d’urgenza” si giustificano i vertici della Bce.

Un conflitto d’interessi che fa rabbrividire

Tutte queste informazioni sono state raccolte dai bravissimi cronisti del Sole 24 ore, cui va il nostro plauso, che hanno ottenuto documenti riservati, tra cui uno scambio di lettere tra il Presidente del Bundestag, Daniel Nouy e la responsabile della supervisione bancaria della Bce.

Insomma a meno di non pensare ad una madornale svista da parte del quotidiano milanese, possiamo ragionevolmente credere che tale versione dei fatti possa essere almeno molto vicina alla realtà.

Il risvolto inquietante di questa vicenda riguarda l’incredibile conflitto di interessi che tali affidamenti esterni possono portare con sè. Spesso i fondi privati, incaricati dalla Bce per gli stress test bancari, svolgono tra le varie funzioni anche quella di acquisizione di asset bancari. In pratica quando una banca è in una situazione di crisi, tali fondi privati ne comprano le quote principali per poi rivenderle e fare profitto.

Perché il Governo del cambiamento non denuncia questa pratica?

Il livello di conflitto d’interesse in questo caso è talmente evidente e chiaro da far risultare estremamente paradossale il silenzio di istituzioni e media (Sole 24 Ore a parte) in merito. Ancor più singolare è il silenzio da parte del Governo italiano, in prima fila finora nel denunciare i comportamenti scorretti dell’Unione europea e della sua Banca centrale.

Il Governo italiano non può non essere a conoscenza del fatto che la Bce affidi a fondi privati gli stress test sulle banche comunitarie. Perché dunque non cogliere l’episodio che ha coinvolto Carige per denunciare il fatto?

Si poteva denunciare il fatto con più vigore in sede europea?

Questo esecutivo del cambiamento ci ha spesso abituati a grandi spot di comunicazione, dai contenuti forti ed aggressivi (vedi il video su Cesare Battisti diffuso dal Ministro Bonafede), perché non andare a muso duro contro una pratica, quella della Bce, che avrebbe meritato una passerella mediatica d’onore?

La possibile paura del Governo Conte rispetto ad eventuali ritorsioni da parte della Bce non giustifica tale silenzio.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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