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Il ricatto di Laura Boldrini

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Laura Boldrini ha accusato Mattia Feltri di averla censurata su Huffington Post, giornale online diretto, appunto, da Feltri.

Avevo scritto un intervento per il blog dell’Huffington Post in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Il direttore di HuffPost, Mattia Feltri, non ne ha autorizzato la pubblicazione. Sapete perché? Perché chiamavo in causa Vittorio Feltri, suo padre, che martedì firmava un articolo su Libero dal titolo:

‘La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua’, di fatto attribuendo, come avviene troppo spesso, anche alla ragazza la colpa dello stupro. Dunque un direttore di una testata giornalistica sceglie di non pubblicare un intervento per via dei suoi rapporti familiari – ha poi aggiunto – Ma è accettabile una cosa del genere?

Per me no, non lo è. In tanti anni non mi sono mai trovata in una simile situazione. Sia chiaro che continuerò ad impegnarmi perché sia rispettata la dignità delle donne, anche nell’informazione e sul piano del linguaggio, e continuerò a difendere sempre la mia libertà di parola.

Dopo aver affidato tale notizia alla stampa ad averla anche pubblicata sui suoi canali social,

Laura Boldrini ha ricevuto un’educata risposta da Feltri jr.:

Confermo quanto scritto dall’onorevole Boldrini su Facebook: ha mandato uno scritto per HuffPost che conteneva un apprezzamento spiacevole su mio padre Vittorio. Ritengo sia libera di pensare e di scrivere su mio padre quello che vuole, ovunque, persino in Parlamento, luogo pubblico per eccellenza, tranne che sul giornale che dirigo. L’ho chiamata e le ho chiesto la cortesia di omettere il riferimento.

Al suo rifiuto e alla sua minaccia, qualora il pezzo fosse stato ritirato, di renderne pubbliche le ragioni – ha poi proseguito – a maggior ragione ho deciso di non pubblicarlo. Al pari di ogni direttore, ho facoltà di decidere che cosa va sul mio giornale e che cosa no. Se questa facoltà viene chiamata censura, non ha più nessun senso avere giornali e direttori. Oltretutto l’onorevole Boldrini, come altri, su HuffPost cura il suo blog, quindi è un’ospite. E gli ospiti, in casa d’altri, devono sapere come comportarsi.

Ps. Ringrazio il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, per avermi condannato senza nemmeno una telefonata per sentire la mia versione, quella di un iscritto.

Al di là delle ragioni di famiglia e dell’ignobile comportamento del presidente dell’Ordine dei giornalisti che ha solidarizzato con Boldrini senza nemmeno ascoltare le ragioni del giornalista – iscritto – Mattia Feltri. Al di là si diceva, delle ragioni appena citate, tale pezzo non avrebbe dovuto essere pubblicato perché Boldrini si produce in un sillogismo piuttosto ardito (ad essere gentili) e del tutto fuori luogo, ad essere realisti.

Dire infatti che una ragazza che è stata stuprata è stata ingenua non vuol dire, come dice l’onorevole Boldrini, che Vittorio Feltri intendesse che la ragazza “di fatto se l’è cercata”.

Per fare la poliziotta della mente, l’ex presidente della Camera dovrebbe prima capire cosa le parole del vecchio direttore significano. Pretendere poi di pubblicare il suo “ragionamento” sul giornale diretto dal figlio di Feltri, è follia. Minacciare di divulgare repentinamente una garbata richiesta di omettere il riferimento, poi, qualifica la persona sufficientemente per quello che è. Ricattatrice perché ricatta, subdola perché non capisce la cortesia di una telefonata personale per spiegare le ragioni di una non pubblicazione e di parte, dalla parte sbagliata e che forse non capisce nemmeno poi tanto bene l’italiano.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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