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Raggi e Appendino sono il fallimento dei 5 Stelle

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Il Movimento 5 Stelle non sta attraversando un momento facile. Complice la scomoda presenza di un alleato, Matteo Salvini, che continua a macinare consensi, il partito fondato da Beppe Grillo deve inoltre far fronte alle vistose incapacità politiche di alcuni suoi rappresentanti di spicco.

Il calo dei consensi alle regionali d’Abruzzo, ma anche le proiezioni elettorali europee, sembrano confermare il trend. Il 5 Stelle ha perso appeal.

Le gaffes dei 5 Stelle non giustificano il calo dei consensi

Troppo spesso però gli osservatori credono (o sono portati a farlo) che tale flessione consensuale sia dovuta alle svariate gaffes e strafalcioni cui regolarmente incorrono alcuni esponenti grillini. Tale narrazione, sostenuta dai media e cavalcata dall’opposizione, tende a dimostrare come la classe dirigente del 5 Stelle non abbia basi culturali, e professionali, adeguate per governare e che tale mancanza di competenze stia lentamente venendo a galla, disilludendo così parte dell’elettorato.

Si tratta invero di una narrazione fallace e funzionale al partito politico d’opposizione di turno (Forza Italia e Partito Democratico in primis). “La democrazia millenaria francese” secondo Di Maio e “il tunnel del Brennero” di Toninelli strappano un sorriso, niente di più. Si inseriscono a pieno titolo nell’archivio degli strafalcioni politici, tra cui troviamo il “Romolo e Remolo” di Berlusconi e lo “SHISH” di Renzi. L’ignoranza, purtroppo, in politica non ha età.

Roma e Torino simbolo del fallimento grillino

Ciò che invece interessa più da vicino gli elettori, e ne orienta davvero le preferenze, è la coerenza delle azioni politiche. E in questo i 5 Stelle hanno fatto strafalcioni ben più gravi delle affascinanti rivisitazioni storiche di Di Maio. Prendiamo per esempio due importanti comuni italiani, da circa due anni e mezzo a guida grillina: Roma e Torino.

Virginia Raggi al momento della sua elezione a Sindaco

In entrambe le città, guidate rispettivamente da Virginia Raggi e Chiara Appendino, gli elettori, scegliendo i 5 Stelle, hanno espresso la chiara volontà di cambiare pagina rispetto ad un passato ritenuto insoddisfacente. Inoltre, entrambe le attuali prime cittadine, hanno vinto le elezioni grazie soprattutto ai voti dei ceti meno abbienti e delle periferie. Sono quelli infatti i quartieri dove i cittadini subiscono sulla propria pelle gli effetti quotidiani di macroscopici errori di gestione della res comunale. Buche nell’asfalto, mezzi pubblici inefficienti e costosi, una metropolitana scadente, vigili urbani sempre presenti per le ammende amministrative, ma clamorosamente assenti per le questioni securitarie, inquinamento ambientale e, dulcis in fundo, una totale noncuranza del problema migratorio.

Con le dovute differenti implicazioni tra le due città, questi sono grosso modo i temi su cui i romani e i torinesi si aspettavano una risposta rivoluzionaria da parte dei pentastellati. Risposta che invece non è mai arrivata.

Le priorità grilline: aumentare le tariffe dei parcheggi

A titolo di esempio è utile riportare una notizia che conferma il tradimento del mandato elettorale dei 5 Stelle. Virginia Raggi ha infatti da poco decretato un aumento notevole delle tariffe per le soste delle automobili nelle apposite zone blu. Da 1,20 all’ora si sta infatti passando a una cifra che oscillerebbe tra i 2 e i 3 euro. Un aumento del 100%. Inoltre, l’amministrazione grillina avrebbe pensato di eliminare i parcheggi gratuiti degli ospedali, sostituendoli con la zona blu.

Chiara Appendino insieme a John Elkann e Piero Fassino

Paradossale è che la stessa improvvida strategia sia stata perseguita dalla collega torinese della Raggi, Chiara Appendino. La stessa ha infatti da poco esteso la zona blu, quella del parcheggio a pagamento, anche in quartieri periferici, come Nizza-Millefonti. L’illogicità di questo provvedimento è, in tal caso, ancora più vistosa. Perché questo stesso quartiere vede infatti da anni, e tuttora fermo, il cantiere della metropolitana linea 1. Un panorama impietoso che smentisce oltretutto la giustificazione adottata dalla “sindaca” che vede nelle zone blu un argine all’utilizzo delle automobili.

Tassare a più riprese i cittadini senza investire in un parallelo progetto di potenziamento dei trasporti pubblici è un modo per limitare la libertà di movimento, non di disincentivare l’utilizzo dell’automobile. Un autogol clamoroso per due aspetti. Da una parte non si è infatti tenuto conto delle ricadute che tali ostacoli sulla circolazione delle persone hanno sullo sviluppo economico di una città. Dall’altra non si è presa in considerazione la provenienza geourbana dei propri voti e, quindi, del contenuto del proprio mandato.

 

Tradire gli elettori: obiettivo raggiunto dai 5 Stelle

Aumentare le tariffe dei parcheggi è un provvedimento iniquo perché colpisce con particolare forza i ceti meno abbienti. L’aumento del 100% del costo della sosta ha un differente peso sul portafoglio di un operaio, di un disoccupato o di un manager di una grande impresa.

Scegliendo di colpire i ceti più vulnerabili, Raggi e Appendino hanno scelto di voltare le spalle al proprio elettorato, firmando così la certezza di una non rielezione. Lo stesso discorso sarà affrontato a livello nazionale nei prossimi mesi: i 5 Stelle dovranno dirci chi sono in realtà.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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