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Zhok distrugge i negazionisti del Covid in 5 punti

Gilet Arancioni si radunano a Roma contro le restrizioni anti Covid-19. (AP Photo/Alessandra Tarantino) - Giugno 2020

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Il prof A. Zhok ha espresso il suo punto di vista circa i montanti casi di persone, alcune anche dotate di senso critico, intelletto e cultura, che negano il virus parlando di montature, esagerazioni e complottismi che vedono il premier come futuro dittatore d’Italia.

Ecco come:

Ora, lo so che è più divertente dire che si fanno tamponi per cercare di pompare un’epidemia che non esiste, in modo da imporre un nuovo lockdown, distruggere l’economia del paese, e incoronare Conte imperatore la notte di Natale.

Sono storie bellissime e chiunque abbia una vocazione letteraria non può che trovarle irresistibili.

Poi, però quando avete smesso di sniffare colla, cercate di capire che:

  1. Fare più tamponi andando a cercare il virus non serve a farvi un dispetto, ma serve a individuare possibili diffusori non manifesti e tenere basso il numero dei contagi.
  2. Scoprire che andando a cercare il virus in chi non manifesta sintomi si ottengono moltissimi asintomatici è una conclusione degna di Monsieur de La Palice, non la dimostrazione che il virus è diventato buono. (Come è stato osservato già mesi fa, finché il virus ha bassa carica virale – i.e. “ce ne hai poco dentro” -, rimane nelle alte vie aeree e le sue complicanze sono minime.)
  3. Nei paesi dove aumentano i contagi aumentano le terapie intensive, che sono la cosa da tenere sotto controllo (ad oggi: Italia 79, Francia 387, Spagna 751).
  4. Tenere alta la guardia e diffondere il terrore sono cose diverse: la prima serve a evitare che accada la seconda.

    Ora, finché teniamo la diffusione sotto controllo, siamo in grado di svolgere tutte le nostre attività in condizioni di quasi normalità, con minimi oneri (mascherine, distanze, no assembramenti interni, un po’ di attività svolte in remoto).

    Mantenere nel medio periodo questa situazione significherebbe consentire all’economia di funzionare in modo ordinario, con rallentamenti solo in alcuni settori. Se invece si passa di nuovo ad una situazione emergenziale, in cui il timore di farsi un ricovero per essere uscito di casa riprende lena, beh quali che siano le iniziative del governo, i consumi crollano e l’economia tracolla (di nuovo).

  5. Ultima osservazione.

    Gli sniffatori di colla di cui sopra si muovono dentro una bolla di autoconferma, per cui nessuno scenario possibile è in grado di falsificare le proprie convinzioni.

Se la situazione rimane sotto controllo nel medio periodo,

e poi magari a primavera abbiamo un vaccino, diranno che, per una sciocchezza che non ha fatto grandi danni gli abbiamo fatto passare mesi d’inferno solo per promuovere un vaccino.

Se la situazione degenera, e ricadiamo in emergenza, diranno che tutte le misure sono state inutili (come loro hanno sempre saputo) e che si è voluto condurre proditoriamente il paese sull’orlo del baratro.

In ogni caso strilleranno di aver avuto sempre ragione e che chi non gli dava ragione era un boccalone.

Questa forma di ragionamento autoconfermantesi lo si è visto in atto costantemente finora (si pensi ai ragionamenti degni di Homer Simpson in cui si dice che “proprio i paesi che hanno adottato misure più rigide hanno avuto più problemi”, come se l’ordine della catena causale fosse: lockdown –> emergenza sanitaria e non emergenza sanitaria –> lockdown.)

Dunque discutere sul tema con i soggetti di cui sopra è oramai chiaramente inutile.

La creazione di un sistema di autoconferma (infarcito di balle, ma potrebbe funzionare anche senza) è oramai consolidato.
Dunque qui le ragioni hanno un termine e, semplicemente, si devono tracciare le linee per terra e prendere posizione.

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