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Qual è il senso della Lega di Salvini oggi?

Il Leader dell'Opposizione Matteo Salvini, sulla sinsitra, ritratto in discoteca l'estate scorsa. Al tempo era Ministro degli Iterni della Repubblica Italiana.

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C’è da dire che, almeno, alla base della Lega primigenia (ufficialmente, Lega Nord per l’Indipendenza della Padania) c’era un’idea, pur completamente insensata. Un’idea incentrata su una costruzione totalmente artefatta come la Padania e la cosiddetta secessione di questa dall’Italia (che, quando c’è stata, nel ’43-’45 non è stata un gran ché, tra guerra fratricida e schiavetti dei crucchi che scrivevano pizzini del tipo “la signora Rossi nasconde un ebreo”).

Salvini mentre scappa da un maiale.

E c’erano perfino intellettuali (Gianfranco Miglio su tutti) e politici che rubavano sì (come dappertutto), ma che combattevano battaglie attorno alle quali radunavano gente che aveva un sogno. Illusi e fanatici inclusi, per carità. Ma, oggi, cos’è la Lega che gira intorno a Salvini?

Si tratta di scribacchini da Facebook. La cosiddetta ‘bestia, uno stuolo allenato di ragazzini che gioca su facebook a mettere le foto di Salvini col crocefisso e il rosario e mette, come target dei post gli over 60. Grazie tante, Facebook, per accettare questa strategia di povera retorica che punta solo alla pancia degli ultimi, dei soli e degli ignoranti a cui altro non resta che odiare.

Uno come Pillon, che vede un negozio di cannabis legale e propone un’interpellanza alla signora ministro, senza capire la differenza tra cannabis senza THC e quella che si fumeranno forse a breve i suoi figli, con saliva di spacciatore incorporata.

Spacciatore, come Salvini chiama oggi lo Stato italiano che ammette la vendita di questa cannabis.

Ed è già un miglioramento rispetto a come chiamava l’Italia solo pochi anni fa. Gente che un paio di anni fa invocava la secessione e oggi fa i convegni in tutto il Mezzogiorno d’Italia. Gente che cantava che i terremotati di Napoli non si sono mai lavati e i cani scappano perfino quando arrivano i partenopei e fa convegni a Napoli.

Gente di merda che si allea con tutti i peggiori in Europa, e che dice usciamo dall’euro finché non mette il culo sulla poltrona e capisce che per gli stipendi del loro ordine di grandezza l’euro è una manna (immeritata), che li erge nell’olimpo dei ricchi fancazzisti per eccellenza – pochi contro la massa di poveri che stanno contribuendo a rinfoltire.

E quei pochi bravi amministratori locali del Veneto sono circondati di decerebrati che sparano agli orsi e fanno banchetti a base di carne d’orso e, se potessero, agli africani.

Ma per estendere questo sbraitare alle altre categorie del deprimente panorama politico italiano non si dimentichi che il Presidente del Consiglio è quel professorino opportunista che si allea con quelli di cui sopra, e con il M5S di Di Maio, con il PD e perfino con Renzi (che ora lo vuol fare cadere, ma senza andare alle urne per carità che la soglia di sbarramento non la supererà mai, ma almeno si negozia per qualche poltroncina nuova). Insomma, gli manca solo la Meloni per chiudere il cerchio.

Intanto Mattarella si scongela per il discorso di fine anno e elargisce elogi alla coesione nella casa comune europea. Mattarella Uber alles. Povera patria…

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