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Il discorso inutile e dannoso di fine anno del Presidente Mattarella

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Nel discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella c’è tutto quello che l’Italia avrebbe bisogno di prendere, impacchettare e gettare saggiamente nel secchio dell’umido.

di Michele Crudelini

In quei 13 minuti c’è infatti il riassunto plastico di un establishment politico spocchioso, privo di qualsiasi senso di autocritica, nonché portatore di una narrazione storica opposta agli interessi nazionali. Il Presidente che a febbraio 2020, quando l’epidemia Covid furoreggiava in Cina, organizzava visite di solidarietà in istituti scolastici con alta presenza cinese, descrive ora il virus come “sconosciuto e imprevedibile“.

Ascoltando queste parole sembra quindi che il virus sia comparso così per caso, un giorno, senza dare nessun segnale di preavviso. Quando invece proprio mentre lo stesso Mattarella lanciava la moda dell’ “abbraccia un cinese” il Governo italiano non ha adottato quelle misure di contenimento che molto probabilmente avrebbero potuto scrivere un’altra storia.

Insomma nelle parole del Capo dello Stato

manca completamente quel minimo di autocritica che i cittadini si sarebbero aspettati. E ancora una volta le istituzioni vengono deresponsabilizzate, dal suo vertice, rispetto a un disastro sanitario, sociale ed economico che poteva e doveva essere gestito diversamente.

Non una parola, non una menzione viene poi fatta sulle restrizioni delle libertà fondamentali cui i cittadini sono stati sottoposti a colpi di atti amministrativi (DPCM). Un iter legislativo che è stato messo in discussione anche da giuristi di indubbia caratura, come Sabino Cassese, Giudice emerito della Corte Costituzionale. E Sergio Mattarella che dovrebbe ricoprire il ruolo di garante della Costituzione non spende nemmeno una parola per chiedere il rispetto di quella carta.

La maggior parte del discorso viene invece spesa da Mattarella per celebrare una solidarietà europea che sembra aver visto solo lui.

All’indomani dell’ufficializzazione della Brexit

l’Unione europea esce da questo 2020 con gli stessi difetti, forse accentuati, con cui l’avevamo lasciata l’anno precedente. Giusto qualche giorno fa davamo conto della scelta ultranazionalista della Germania di sottoscrivere accordi bilaterali per ottenere dosi ulteriori di vaccini. Questo in netto contrasto con gli accordi precedentemente sottoscritti a livello europeo. La solidarietà che evoca Mattarella sembra essere invece bandita a livello europeo sia dai fatti che dai trattati.

Quelli che vengono descritti come nuovi strumenti economici messi a disposizione dall’UE, sono in realtà gli stessi vecchi meccanismi che ben conosciamo e a cui hanno cambiato solo il nome. Il Next Generation EU, o Recovery Fund, presentato da Mattarella come un’occasione che non possiamo perdere, è in realtà una partita di giro di soldi, che i cittadini italiani pagheranno (con la plastic tax) ancora prima di ricevere i fondi sbandierati.

Insomma l’Unione europea del 2020 è stata quella che ha permesso il blocco delle mascherine e dei tamponi tra i confini, è stata quella che, attraverso la sua Banca Centrale, ha permesso un attacco speculativo all’Italia all’inizio dell’epidemia, per colpa delle dichiarazioni scellerate di Christine Lagarde, è stata quella che negli ultimi anni ha espresso più di 60 raccomandazioni affinché l’Italia tagliasse fondi al settore sanitario.

Ecco a fronte di questo il Presidente della Repubblica non poteva scegliere parole peggiori per descrivere una struttura, quella europea, che è palesemente e fortunatamente sul viale del tramonto.

Da parte nostra come augurio di inizio anno

proviamo a immaginarci un futuro diverso. Proviamo a pensare già alla fine del 2021, magari con un diverso inquilino al Quirinale più attento alla difesa dell’interesse nazionale nell’ottica di una cooperazione europea finalmente bilanciata ed equa. Il Presidente potrebbe così parlare:

Cari cittadini, questo 2021 è stato un anno epico per la storia d’Italia e per il nostro futuro. Il nostro Paese ha infatti preso finalmente coscienza dell’inadeguatezza della struttura europea per tutelare gli interessi italiani e garantire un equo sviluppo di relazioni solidali tra gli Stati appartenenti all’Unione europea. Dopo aver respinto al mittente i fondi del Next Generation EU, che non avrebbero fatto altro che aumentare l’onere fiscale sulle spalle di voi cittadini, il nostro Stato ha finalmente deciso di seguire quanto i padri costituenti avevano scritto nel testo fondativo della Patria.

L’Italia del futuro non si farà più con fondi vincolati a condizionalità imposte senza un mandato democratico. L’Italia del futuro si farà con le nostre esclusive capacità ed è per questo che festeggio con voi con gioia l’uscita del nostro Paese dall’eurozona e dall’Unione europea. Lo Stato tornerà così ad assumere il ruolo di vettore di sviluppo del Paese, con l’obiettivo di non lasciare più nessuno indietro, da Nord a Sud. Solo con il ritorno di una piena sovranità politica, economica e culturale il nostro Paese sarà in grado di affrontare qualsiasi minaccia, sanitaria o di altro genere, possa attaccarci. Siamo un grande Paese e possiamo camminare con le nostre gambe.

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