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Autostrade, è un inizio

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La politica non è per anime belle

Anche io avrei preferito una totale revoca delle concessioni autostradali, e non per una questione di semplice rivalsa o di vendetta, ma perché credo che i beni pubblici non debbano essere in alcun modo fonte di guadagno dei privati.

Di Paolo Desogus

Credo a questo proposito che il governo non dovesse muoversi per punire i Benetton – a quello ci penseranno i giudici -, ma per arginare gli interessi del capitale, sciaguratamente assecondati da una classe politica vergognosa e, come nel caso della sinistra, codarda, meschina e complice.

I 43 morti del ponte Morandi sono l’esito della logica del profitto esaltata dal mercato,

che può essere combattuto solo con le armi della politica e della mediazione. È questo il motivo per cui trovo sbagliate le analisi di chi afferma che il governo ha fallito perché non sarebbe dovuto scendere a compromessi.

Questo modo di ragionare è fine a se stesso, difetta di realismo ed è fondamentalmente infantile.

L’azione politica si svolge sempre all’interno di un campo in cui ogni soggetto coinvolto gioca la propria parte sulla base della propria forza sfruttando le circostanze favorevoli. E questo vale anche nel caso delle autostrade, nonostante la profonda ingiustizia delle concessioni e la miserabile gestione dei Benetton.

Fare cappotto e sbaragliare completamente il campo avversario era del resto impossibile perché all’interno dello stesso schieramento che sostiene il governo erano presenti forze ostili al disegno di Conte e dei 5 stelle. I quali – va ribadito – sono una forza debole, priva di un referente sociale stabile, culturalmente confusa, senza un organizzazione solida e senza una sufficiente penetrazione tra gli intellettuali. Non è del resto un caso che gli stessi 5 stelle abbiano usato in passato la stessa postura moralistica ora impiegata dai detrattori scontenti dell’accordo su autostrade.

Per fortuna le cose stanno cambiando. I 5 stelle stanno scoprendo cosa è la politica, cosa sono i compromessi e quanto sia difficile far prevalere la propria linea in un contesto in cui hai il nemico all’interno dello stesso governo (v. Gualtieri).

L’augurio é

che i 5 stelle si sbarazzino della vecchia retorica antipolitica per divenire una forza adulta.

Un passo in questo senso potrebbe essere quello di rinnegare la riforma del taglio dei parlamentari. La rappresentanza non è solo sinonimo di democrazia, ma è anche uno strumento di lotta quando si abbandona il moralismo delle anime belle e si accetta di prender parte al conflitto dentro i rapporti di forza. Se fossero stati più forti e organizzati, nella disputa con i Benetton i 5 stelle avrebbero raggiunto risultati ancora più avanzati.

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