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Perché NON voterò per il Caimano

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Innanzitutto, come è stato autorevolmente detto in precedenza, nemmeno chi scrive ha voglia di votare. Non sembra ci siano valide alternative per smuovere il sistema. Ma non per questo mi sembra possibile pensare di votare per Berlusconi, ancora una volta. Tra tutti in effetti, non ostante convenga con il Marchetti che le concretizzazioni del programma velleitario e sudamericano di Grillo siano piuttosto rarefatte, tali da essere realizzabili solo con un’ampia maggioranza parlamentare, cercherò, barrando il simbolo del M5S, turandomi il naso, di spingere in questa direzione. 

Chiarito per chi voteremo, torniamo invece al fulcro della questione, ossia che non voterò B., ecco alcuni (a modesto parere nostro) motivi validi, raccapezzati nel mare magnum della rete e dei giornali, per non fare questa dissennata scelta ancora una volta.

Prima delle elezioni del 13 maggio 2001 il candidato premier della Casa delle libertà invia una sua “fotobiografia” a 18 milioni di famiglie italiane, spendendo 23 miliardi di lire, mai dichiarate come spese elettorali. Ma “il libro non faceva parte della campagna elettorale; era solo un supplemento della testata Linea Azzurra.” (Sandro Bondi, deputato di Forza Italia).

La nuova maggioranza vara in tutta fretta tre leggi (falso in bilancio, rogatorie, rientro dei capitali dall’estero), non previste dal programma di governo, con l’evidente obiettivo di liberare il presidente del Consiglio, l’azienda del presidente del Consiglio e gli amici del presidente del Consiglio da problemi giudiziari.

Raiuno trasmette integralmente in diretta il comizio di quaranta minuti del capo del Governo durante l’Usa-day (orrore: per l’uso dell’inglese).

Bruno Vespa, cerimoniere del terzo ramo del Parlamento (Porta a porta), si chiede: “Che razza di nazione è quella dove uno scrittore (Tabucchi) può insolentire il capo dello Stato sull’Unità dopo averlo fatto su Le Monde?” (Gli rispondiamo noi: “Una democrazia, belìn.”)

L’avvocato Pecorella, difensore del premier in uno dei processi in cui è imputato, è nominato presidente della commissione Giustizia della Camera.

Secondo B. l’opposizione negli anni ’90 ordì una guerra civile per spazzare via la classe dirigente di allora. (Tangentopoli non è mai esistita! Vabbé che la storia la riscrivono i vincitori?)

Da noi quando si scopre uno scandalo non finisce alla gogna chi l’ha provocato, ma chi l’ha scoperto e raccontato. (E chi sta alle verità ufficiali fa un’ottima carriera.)

Il ministro della funzione pubblica Frattini era stato prescelto dagli imprenditori nei collegi arbitrali che devono dirimere controversie per centinaia di miliardi tra enti pubblici e gli stessi imprenditori privati.

L’ex ministro dell’economia Tremonti ha emanato una circolare attuativa che modifica una legge approvata dal Parlamento, ponendo 23 mila miliardi a carico del pubblico erario senza copertura. (Violazione dell’art. 81 della Costituzione sull’obbligo della copertura

“Tutti i procedimenti penali per la violazione delle leggi elettorali s’intendono archiviati per insussistenza del fatto”. (Bozza di proposta di legge dei ministri democristiani ex alleati Buttiglione e Giovanardi).

Durante i primi sei mesi del nuovo governo, nelle reti Rai il presidente del Consiglio è andato in onda il doppio del capo dello Stato e il triplo del leader dell’opposizione. Nelle reti Mediaset per ogni minuto concesso al leader dell’opposizione venti minuti sono andati al presidente del Consiglio. (Dati dell’Osservatorio di Pavia sulle trasmissioni tv).

La discussione tecnico-giudiziaria di un processo (Iri-Sme) viene spostata dalla sua sede propria (l’aula giudiziaria) alla televisione (Porta a porta). Cesare Previti, imputato e parlamentare della maggioranza, in assenza di contraddittorio può parlare del suo processo e fare gravi affermazioni contro magistrati assenti.

Il coordinatore pesarese di Forza Italia, Pierugo Boni, su carta intestata del partito intima a tutti i presidi di bloccare la presentazione nelle scuole di un libro di Norberto Bobbio. Il testo del filosofo contiene alcune frasi critiche sul premier e quindi la sua diffusione “rappresenterebbe un’iniziativa gravissima sia dal punto di vista didattico? sia dal punto di vista del rispetto delle istituzioni che vengono colpite nel massimo vertice di rappresentanza: il presidente del Consiglio”.

Il ministro degli Interni Scapola dichiara: “Al G8 di Genova, dopo la morte di Carlo Giuliani, avevo dato ordine di sparare contro chiunque si fosse provato a violare la zona rossa, per tutelare Bush e i leader presenti al vertice da rischi di attentati”. Ma, in democrazia, in base a quale codice o regolamento può un ministro dare l’ordine di sparare? Ma parliamo di -casa al Colosseo sottopagata e aeroporto personale coi soldi dello Stato- Scajola…

Il capogruppo al Senato di Forza Italia, Schifani (quello che si fa intervistare accanto alla fotografia autografata del presidente del Consiglio), telefona in diretta a Santoro per comunicargli questa insolita tesi: “Non potete parlare male del governo perché il governo è stato votato da milioni di italiani”.

Una manifestazione politica (quella del Palavobis di Milano) viene presa a pretesto per chiedere di spostare dalla città il processo Sme-Ariosto, in cui è imputato il presidente del Consiglio. E’ l’ultimo cavillo trovato dalla pletora dei suoi difensori (novantotto avvocati e trentadue consulenti), che lo hanno difeso dalle “calunnie della magistratura rossa” in più di ottocento udienze.

“Nessuno dei paesi dell’Est Europa sarebbe ammesso nell’Unione europea se il primo ministro avesse un tale dominio sul 90% della tv nazionale”. (Financial Times del 4 marzo 2002).

La Commissione della cultura, della scienza e dell’educazione del Consiglio d’Europa (cui aderiscono 43 Paesi), in una dichiarazione approvata pressocché all’unanimità, “constata con viva preoccupazione che il governo italiano controlla la quasi totalità delle reti nazionali di televisione? Il Primo ministro rimane proprietario di tre reti televisive private, nonché di un importante gruppo editoriale, e non ha preso le distanze dalla gestione dei suoi interessi mediatici”.

Nel giorno dei funerali del prof. Biagi, ucciso dai terroristi, il presidente del Consiglio afferma, in un suo lungo spot all’interno dei telegiornali, che “chi vuole le riforme in Italia viene duramente avversato e a volte, come in questo caso, eliminato fisicamente”. Il ministro della Giustizia Castelli aggiunge che “gran parte dell’opposizione italiana non è democratica”. Il ministro della Difesa Martino dice che “la manifestazione della Cgil è un pericolo enorme per le libere istituzioni della nostra democrazia”. Il sottosegretario al Welfare Sacconi invita la Cgil a “chiarire da che parte sta”. Il ministro delle Riforme Bossi afferma che “le bugie di Cofferati sono state l’alibi per il ritorno del terrorismo”. (Insomma, chi si oppone a questo governo è complice dei terroristi.)

Dice B.: “Siamo qui per cambiare il Paese, non per galleggiare? E non ci fermeranno né le piazze né le pistole”, mettendo così in un unico calderone sindacati, opposizione e terroristi.

Ecc.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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