Home / Affari di Palazzo / Politica interna / Revival comunista

Revival comunista

Condividi quest'articolo su -->
Ingroia dal palco di un comizio politico, quando ancora esercitava l’impiego pubblico dal quale ha ottenuto l’aspettativa.
Dei magistrati che scendono in politica ne abbiamo piene le palle, questo è il sentore che aleggia nella società civile, e che pertanto riecheggia nelle sale della politica. Proprio ieri il vicepresidente (o il presidente politico) del Consiglio superiore della Magistratura Michele Vietti, torinese, dice che se un arbitro scende in gioco, non potrà più tornare a fare l’arbitro. Ebbene una persona seria come Grasso, che abbandona la toga solo in tarda età per dare il suo contributo in Senato non fa nulla di così sbagliato, contando anche il fatto che scende in politica in una formazione non così estremista (salvo alcuni individui), cioè nel Pd. Inoltre, stando ai dettami viettiani e di moralità intransigente, appende per sempre la toga al chiodo dimettendosi dalla sua professione originaria. 
Invece un individuo che ha speso la maggior parte della sua carriera di accusatore pubblico a condurre inchieste che si sono rivelate un fuoco di paglia, esaltando la figura viscida di Ciancimino Jr (“è quasi un eroe antimafia”, salvo poi scoprire che aveva nel giardino un arsenale bellico), soltanto per assurgere alla popolarità necessaria per scendere in politica, è più che mai riprovevole. Questa Rivoluzione civile che il barbuto Ingroia ci propina come la assoluta novità rosicchia voti al Pd: ecco che Bersani, che prima lo guardava bonariamente ora affila i denti e le espressioni (celebre il recente e risibile impiego del verbo sbranare). Ingroia ci ripropone un revival di gente e gentaglia della peggior fatta: si veda ad esempio Diliberto, ma anche Ferrero, sempre candidati in quei partitini redivivi della falce e martello e della bandiera rossa. Nonché il buon vecchio Di Pietro, dopo che la sua colomba si è avvizzita a colpi di scandali.
Ingroia, ovviamente, si mette in aspettativa e non si dimette dalla sua professione, con la possibilità di rientrare nel suo ruolo di arbitro, parziale più che mai. Evidentemente si necessita più che mai di leggi per evitare a chi faccia apologia di comunismo di candidarsi in Parlamento, nonché per chi faccia a monte apologia di tali dittature, inutile ricordare, nefaste per la storia dell’umanità. Vi è inoltre ferale bisogno di leggi che vietino la discesa in campo di magistrati e di ex magistrati (dando un taglio netto alle varie limitazioni temporali e territoriali attuali).

Freddie

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

La furia cieca e lo stridor di denti della sinistra sconfitta

Dopo il successo clamoroso di “Fratelli d’Italia” si scatena nel paese la furia scomposta di …