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Renzi è finito anche se vince il SI

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La carriera del Primo Ministro più giovane della storia d’Italia, insieme a Mussolini, è già volta al termine.

 

C’è chi incaricato a formare un Governo dal Re riesce a mantenere il proprio ruolo per vent’anni e chi, invece, non va oltre i due.

Da Predappio a Firenze la distanza, geografica, non è molta, quella di personalità è abissale. Renzi ci ha provato, ha messo tutto il suo impegno per cercare di oscurare nella mente degli italiani la figura di Berlusconi. Ha rottamato, si è circondato di ministri e ministre di bella presenza, ancor prima che di buona competenza, ha fatto la voce grossa in Europa, seppur firmando a testa bassa tutto ciò che gli è stato imposto.

Insomma ha fatto il Berlusconi al cento per cento. Ma si sa la copia dell’originale, così come il sequel di un film, non hanno mai lo stesso successo dell’autentico. Pare così che la fulminea carriera politica dell’ex sindaco di Firenze sia già arrivata al suo epilogo. L’ha scritto Bloomberg quest’oggi, riportando una notizia già comparsa sul Corriere della Sera. Bloomberg afferma che Renzi potrebbe rassegnare le dimissioni da Capo di Stato anche in caso di vittoria del SI al Referendum.

Le possibilità di vedere Padoan come Primo Ministro sono sempre più alte. Un targhettatore per varare una nuova legge elettorale in vista delle elezioni previste o per il 2017 o per l’anno successivo, questo è ancora un nodo da sciogliere. Bloomberg riprende una notizia del Corriere della Sera che, “senza citare fonti”, esprime la possibilità di vedere la caduta del Primo Ministro a prescindere dall’esito delle votazioni e afferma l’esistenza di una nuova legge elettorale. Un sistema diviso tra “uninominale e proporzionale” con un premio di maggioranza del 15% per la coalizione che prende più voti.

Un modello che permetterà di nuovo grandi ammucchiate, con PD, Centro, Scelta Civica e Sel da una parte, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia dall’altra. Un sistema che ostruirebbe e non poco l’unico partito che di coalizioni non ne ha mai voluto sentire parlare, ovvero il Movimento 5 Stelle. La lotta ai grillini pare essere motivazione trasversale di alleanze da Salvini, passando per Verdini sino a Pisapia.

Renzi in due anni avrebbe così portato a termine il compitino affidatogli da Napolitano e Juncker, ovvero una Riforma sul mercato del lavoro, in modo tale da renderlo più “flessibile”, determinato e vicino alle aspettative dei mercati piuttosto che a quelle dei cittadini.

Renzi è poi riuscito, in maniera più che goffa, a contenere l’ascesa dei 5 stelle, pur perdendo Torino e Roma.

Il passaggio della Riforma Costituzionale rappresenterebbe il 6 politico per l’ “homework” svolto da Renzi.

Arrivederci Matteo, ci mancheranno i tuoi discorsi agli italiani in stile motivatore d’oltreoceano.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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