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Perché i media generalisti non sottolineano l’assoluzione di Cota dallo scandalo rimborsopoli?

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Quando si suole pubblicare colonne, editoriali scandalizzati, accuse invero ancora ammantate di necessaria indagatorietà nei confronti di personaggi politici, che pure sono costretti dalle contingenze ad abbandonare un seggio conquistato ad esito delle elezioni, si suppone che gli stessi media che hanno cavalcato l’onda dell’indignazione, rendano poi giustizia alle assoluzioni per gli stessi reati contestati.

E’ il caso del già presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, assolto tre giorni fa dopo essere stato travolto dallo scandalo rimborsopoli, e del cartaceo del giornale storico (forse non più il più seguito) torinese “la Stampa”, bonariamente (?) soprannominato la busiarda. Al netto delle considerazioni sulla sezione locale, la Stampa ha fornito nella parte nazionale (il quotidiano è a diffusione nazionale) un solo trafiletto, nel giorno della assoluzione di Cota dallo scandalo di Rimborsopoli, che per nulla gli rendeva giustizia nel titolo, né nell’intervista.

Si pensi solo che nell’occhiello  del pezzo si reitera il bislacco modo in cui il già governatore è stato soprannominato “quello delle mutande verdi”, per specificare solo nell’ultimissima parte del trafiletto come si trattasse di uno scontrino circa l’acquisto di pantaloni (non mutande) finiti per sbaglio insieme allo scontrino di una cena valutata (anche dalla magistratura) come in linea con l’impegno istituzionale. L’articolo di sabato 8 ottobre, è di quelli di fondo pagina, e non la prima, nonostante la notizia avesse tutta la rilevanza del caso.

Nella vicenda non viene nemmeno sottolineato, ma anzi viene scritto solo nelle didascalie di una fotina, chi è stato condannato e chi assolto.  Sono stati assolti dall’accusa di truffa per le “spese pazze” anche Maurizio Lupi e la figlia Sara (che non era consigliera). Altri dieci consiglieri piemontesi sono stati invece condannati per peculato, con condanne comprese tra i 4 mesi e i 3 anni e 10 mesi: Michele Giovine, Andrea Stara, Michele Formagnana, Mastrullo Angiolino, Roberto Tentoni, Rosanna Costa, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi, Giovanni Negro e Augusta Montaruli.

Non siamo qui per riparare alle o voler acuire a dismisura le colpe della sezione nazionale del giornale su citato, invece esaustivo in sede locale, ma solo per sottolineare ancora una volta come i media generalisti siano spesso forcaioli incalliti, salvo poi dimenticarsi di ricostituire la situazione precedente all’onta scatenata dalle inchieste lecite della magistratura, che però dovrebbero rimanere tali, e coperte da discrezione, fino al loro naturale epilogo. Se si indaga in sezione nazionale, si precisa sempre su tale sezione, in giusta proporzione di rilevanza mediatica, cosa che non sembra essere stata fatta. 

La rilevanza nazionale della notizia, inoltre, è amplificata dalle dichiarazioni effettuate venerdì mattina dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi su Rai radio uno nella trasmissione Radio Anch’io, ove il premier ha fatto ironia su rimborsopoli volendo fare l’esempio degli elettori piemontesi come di quelli più inclini a votare Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Secondo il premier, infatti, gli elettori della regione alpina dovrebbero essere stufi marci di tali consiglieri regionali e vorrebbero più di altri il cambiamento. Inoltre è stato dato ampio risalto all’assoluzione del già sindaco di Roma Ignazio Marino per una vicenda che più che analoga sembra…identica!

Ebbene il premier sembra essersi dato la zappa sui piedi citando in modo raffazzonato lo scandalo il giorno prima della sentenza e soprattutto, entrando nel merito, parlando di riforma del sistema istituzionale. Gli elettori piemontesi ben sanno, infatti, che il Senato diverrà (con tutti i pro e i contro) una camera di nominati, in massima parte consiglieri regionali che godrebbero di un’illecita immunità parlamentare. Il silenzio di Renzi su questo punto, come la mancata rilevanza nazionale data alla notizia da la Stampa, segnano un curioso caso di silenzi fabbricati ad arte.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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