Si può essere contro la pena di morte, ma abrogarla dal codice penale militare di guerra come accaduto nel 2007 è di un buonismo becero e negletto, di quelli che mandano nella fossa la nostra civiltà. Perché quando gli islamisti attaccheranno Roma e ci si renderà finalmente conto che il terrorismo è pilotato da un’entità statale con exclavi ai nostri piedi, i nostri militari non potranno uccidere!
Il femminicidio, ad esempio, è dettato dalla stessa beceraggine buonista. Perché uccidere una donna sarebbe più grave che uccidere un uomo? È naturale che la donna può, pur non necessariamente, essere in una situazione di sudditanza fisica nei confronti dell’uomo: basterebbe che il giudice ne tenesse conto in sede di circostanze aggravanti.
Questi sono solo due esempi, uno grave e uno ridicolo, di come il nostro legislatore perda tempo a “pettinare le bambole”, anziché occuparsi di ben altre questioni come sovranità economica e aggressione legislativa alle lobbies.