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Credieuronord: Quando la Lega aveva una banca

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Il Decreto salva banche è l’ultimo smacco di un Governo senza scrupoli che continua a creare norme a favore delle potenti Lobby mondiali.

In questi giorni il solito circo mediatico si è sfamato di critiche e fantasiose ricostruzioni, trasformando una tragedia, come quella di Luigino D’Angelo, in una potente macchina di ascolti, non sono mancati neanche i politici tutti pronti a puntare il dito, uno tra tanti il Segretario della Lega Nord. 

Matteo Salvini è stato chiaro e netto, “quello di Luigino D’Angelo è stato un suicidio di Stato“, continuando, “che cacchio fanno tutto il giorno quelli della Banca d’Italia? Il governatore Visco dovrebbe pagare di tasca sua“.  Senza ombra di dubbio è tutto giusto,  ma per avere una visione di insieme bisogna tornare un po’ indietro negli anni, nella storia della Lega Nord risulta una banca e la fantasiosa storia del suo salvataggio, parliamo della “Credieuronord“. 
Torniamo al novembre del 2000, quando, l’allora Segretario, Umberto “il senatur” Bossi, annuncia che la vecchia filiale dismessa della Cariplo di via Galilei, a Milano, sarà la sede di una nuova banca uguale progettata e voluta dal Carroccio. Dopo circa un anno arriva anche l’ok della Banca d’Italia. L’annuncio è dato dallo stesso Bossi all’assemblea dei soci, riuniti al teatro San Babila di Milano. Ma la storia di Credieuronord è molto breve, l’anno successivo si ricorre ad una ricapitalizzazione delle quote, non ci crederete ma aveva lo stesso problema che ha oggi Banca Etruria, dava soldi allegramente a clienti che poi non rimborsavano i prestiti.
Nel 2003 la Credieuronord è in grande sofferenza, il bilancio si chiude con 8 milioni di perdite e 12 di sofferenze su 47 di impieghi. Anche frutto di una tecnica creditizia discutibile, la metà delle sofferenze fanno capo a soli cinque soggetti. Tra cui la società Bingo.net che ha tra gli amministratori l’allora sottosegretario al Ministero dell’Interno Balocchi (LN) e un paio di parlamentari. Per correre ai ripari viene abbattuto il capitale sociale ma le regole di Bankitalia parlano di un capitale minimo quindi è necessario un nuovo aumento di capitale, al quale dovranno intervenire di tasca loro i parlamentari leghisti. A guidare il salvataggio, arriva Giancarlo Giorgetti (LN), che prima chiede aiuto alla Popolare Milano e poi va in cerca di sponde politico-finanziarie più alte. 
L’anno dopo entra in scena Gianpiero Fiorani, il dominus della Banca Popolare di Lodi, molto amico di Fazio. Bossi, che aveva organizzato manifestazioni contro i bond argentini e Parmalat puntando il dito contro Fazio, che aveva chiesto a Tremonti e Berlusconi di togliere la vigilanza sulla concorrenza bancaria a via Nazionale e che voleva il mandato a tempo per il Governatore di Palazzo Koch, improvvisamente dimentica tutto. Solo per una coincidenza Bossi cambia idea quando Fiorani decide di acquistare il ramo bancario coprendo le perdite. Lasciando però molti dei leghisti che avevano creduto nel progetto dell’istituto di credito senza un soldo. Cose che capitano. 
La chicca è una dichiarazione dell’ex Consigliere leghista e giornalista di Radio Padania Rosanna Sapori, in cambio del salvataggio del Credieuronord da parte di Gianpiero Fiorani, Silvio Berlusconi avrebbe ottenuto la proprietà legale del simbolo del Sole delle Alpi.

di Luigi Cortese
 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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