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La differenza tra Torino e Trenzano: uno è buonista l’altro è legale

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Torino ha deciso di seguire l’esempio romano. Un miscuglio di coop e progetti, come quello di “Città possibile“, sono pronti a succhiare soldi alla macchina pubblica per finanziare evanescenti “progetti d’accoglienza“. In precedenti scritti abbiamo già divulgato che simili progetti starebbero per dare i rom in pasto al ras delle soffitte, all’anagrafe Giorgio Molino. Costui, come scrive Repubblica, ha alle spalle un’attività “al limite della legalità“, che gli è costata una sola multa, addirittura patteggiata, nel 2011.

Un individuo che gestisce più o meno nell’ombra stabili che puntualmente vengono destinati a disperati. Molino è stato denunciato più volte per le condizioni in cui avrebbero vissuto i suoi affittuari. In tutto questo il Comune non ha mosso un dito, anzi avrebbe concesso l’appalto per la rimozione dei rifiuti dei campi rom ad una società che farebbe capo al fratello del Vice-Presidente di Terra del Fuoco, lo stesso che è stato nominato dal sindaco Fassino Presidente di Farmacie Comunali Spa. Coincidenze?

In ogni caso l’azione del sindaco non sembra voler ostacolare il progetto “Città Possibile“, costato 5 milioni di euro, ma anzi sembra incentivarla ad ogni costo. Di differente avviso e tempra pare invece essere il sindaco di Trenzano Andrea Bianchi, salito già agli onori della cronaca per aver proposto di imporre l’italiano anche nei luoghi di incontro sociale degli stranieri.

Proposta, guarda caso bocciata dal tribunale di Brescia, e tacciata di razzismo dai media. Questo coraggioso sindaco ha da poco rifiutato di concedere la residenza a tale Rachida, di origine marocchina. La signora Rachida non risulta iscritta nel registro della popolazione residente nel comune di Trenzano poiché si era presentata in Comune con un contratto di locazione falso. La signora ha poi rinnovato la sua richiesta di residenza in data 3 aprile 2015, senza aver ancora portato i documenti richiesti per il riconoscimento. Il sindaco ha dichiarato che: “il giorno in cui li presenterà, verificato che saranno autentici, verrà iscritta esattamente come è accaduto per tutti gli altri richiedenti“.

Una posizione che ha fatto scattare la reazione dei ragazzotti dei centri sociali locali (eh si esistono pure nel comune di Trenzano) che hanno vivacemente protestato per la mancata concessione di residenza a Rachida. Dai comunicati rilasciati dagli antagonisti non traspaiono però giustificazioni legali sulla vicenda, l’unica motivazione addotta è che Rachida è “un’operaia con un figlio minore“. Quindi tutti gli operai con figli minori possono presentare documenti falsi e non pagare l’affitto?

Noi plaudiamo l’operato del sindaco Bianchi che ha agito nella legalità, a differenza del suo collega Fassino che lo scorso 2013 concedeva l’attestato di cittadinanza civica a ben 800 bambini nati a Torino ma non di cittadinanza italiana, schierandosi apertamente per lo ius soli.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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