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Tra i morti in mare e il milione di profughi alle porte

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Ci risiamo: novecento, settecento, cinquecento… Quante sono, sono. Sempre troppe, povere vittime della disperazione. 

DI VINCENZO MANNELLO

-Situazione e proposte-
 

Che scappino dalle guerre o dalla fame poco cambia, la realtà è questa: ci sono milioni di persone pronte a fuggire dalla loro terra a qualunque costo, ad ulteriore rischio della vita. Occorre capirlo.
Noi assistiamo al dramma dalla “parte opposta”, da quella di chi si ritrova in casa questo flusso disperato che rischia di trasformarsi in uno “tsunami” dagli effetti devastanti, con milioni di profughi e clandestini in arrivo da mezzo mondo, Africa e Medio Oriente in testa.

Non desideriamo perderci nelle solite analisi storiche, politiche e sociali per trovare i retroscena di ciò che accade. A nostro modesto parere si riduce quasi tutto ad un fattore scatenante: l’ingiustizia!
Economica, sociale e politica; con strettissima connessione tra la prima e le altre due.
Persino nelle nazioni da cui provengono queste “orde” di sfortunati esistono classi privilegiate e ricconi che possono fuggire all’estero con tanto di visto consolare degli stati di destinazione, non lo scrivo certo qui…è (purtroppo) risaputo.

Chi scrive è combattuto nell’analizzare questa catastrofe con visuali diverse: l’umana e la politica, spesso divergenti.
Con il cuore, qualunque persona non sia una bestia dovrebbe provare almeno solidarietà per questi milioni di uomini,donne e bambini in fuga dalle devastazioni di guerre, carestie e crudeltà che infestano buona parte del pianeta. 
E che, non dimentichiamolo mai, avvengono pure nella “civilissima” Europa (Ucraina oggi, Jugoslavia ed Albania ieri).
Confermiamo: il cuore comanda di aiutare, come possibile, tutto e tutti.
La ragione (politica),sconsiglia: non facciamo (ulteriori) fesserie!

Fermandoci soltanto ad esaminare quel che avviene nella “parte di mondo” che ci interessa direttamente (Centro-Nord Africa e Medio Oriente) già i dati di oggi sono agghiaccianti: un milione di disperati sono pronti a tutto pur di attraversare il Mediterraneo per approdare in Italia (vista come punto debole d’Europa).

UN MILIONE, gentili amici che leggete,addirittura al netto dei milioni di profughi che già stazionano in Libano, Giordania, Tunisia, Turchia: una massa sterminata, con nulla o pochissimo piú da perdere. 
È l’Italia, sentimenti a parte, in condizione di reggere questo assalto? No, mai e poi mai, e lo sappiamo tutti,”buonisti” compresi. Ci troviamo in uno stato precomatoso già per fatti nostri: la povertà avanza paurosamente, il disagio economico e sociale cresce sempre piú, la fame progredisce, inarrestabile, con i licenziamenti e la impossibilità per i nostri figli di trovare lavoro. Famiglie intere, bimbi al seguito, non arrivano a fine mese e sono senza aiuto alcuno da parte dello stato. Sapete, se vi guardate intorno, o se un minimo vi informate, o se lo vivete sulla vostra pelle, che è vero e non è speculazione.

Siamo quindi noi stessi (almeno gran parte della popolazione) a tre passi dal baratro di una rivoluzione apparentemente ancora lontana (visti gli italici costumi), ma  possibilissima in tempi mediamente non lunghi.
Pertanto risultiamo (paradossalmente) in genere le stesse persone che ci impietosiamo per quel che vediamo accadere in mare  (magari correndo a raccogliere indumenti e viveri per i superstiti) e poi mal sopportiamo clandestini o profughi che siano perché ci tolgono possibilità di aiuto da parte delle istituzioni o perché li vediamo lavorare (per italiani) a “prezzi stracciati” che ci danneggiano.

In breve, una soluzione non l’abbiamo. Si potrebbe però effettuare un tentativo sulla costa a noi prospiciente…in Libia.
Bombardare intanto gli scafi ed i gommoni pronti a salpare non appena individuati (ovviamente vuoti). Oppure danneggiarli in modo da renderli inutilizzabili.
Predisporre, sotto egida e protezione militare Onu sulle coste libiche, punti di raccolta umanitari che filtrino il diritto dei profughi ad avere asilo politico in Europa ed altrove vogliano andare. Predisponendo mezzi aerei o navali per il successivo trasferimento nelle nazioni che, per quota, dovranno accoglierli.

Poi, volendola fare “piú sporca”, si potrebbe usare il “metodo” americano (ed israeliano) di eliminare con droni armati e squadre speciali i “nemici”. In questo caso gli scafisti ed i loro finanziatori.
Come risaputo i droni yankee e con stella di David ammazzano impunemente, ovunque vogliano, “terroristi”. Fregandosene del diritto internazionale e delle proteste mondiali.
Pertanto si potrebbe pure utilizzare questo metodo contro delinquenti comuni di tal specie; chi li piangerebbe?
Tenete presente che la mitica Sigonella sta proprio a due passi da Tripoli e dintorni… chi di dovere,decida.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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