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Mafia- Corte di Strasburgo shock: “Risarcite Contrada!”

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Ennesima assurda e imbecille intromissione della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo all’interno della giurisprudenza italiana. Questa volta i giudici di Strasburgo hanno deciso di “depenalizzare” il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il caso è quello di Bruno Contrada, ex investigatore di punta dell’Antimafia e capo della squadra mobile di Palermo negli anni ’70. Dopo essere arrivato ai vertici del Sisde, servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, venne accusato da diversi collaboratori di aver passato informazioni a Cosa nostra e di aver permesso la fuga di rinomati latitanti, tra cui lo stesso Totò Riina.

Contrada venne così arrestato nel 1992 per concorso esterno in associazione mafiosa e rimase in regime di carcere preventivo fino al 2005. In primo grado venne condannato da Antonio Ingroia per dodici anni, mentre al processo d’appello alla Corte di Palermo venne assolto. Il terzo grado, svoltosi solo nel 2002, annullò la sentenza d’appello, ordinando un nuovo processo davanti a una diversa sezione. Infine nel maggio 2007 la Corte di Cassazione confermò la condanna a 10 anni di carcere. Già nel 2012 venne però scarcerato per motivi di salute.

Basta dire che Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, dichiarò la sua profonda disapprovazione per la scarcerazione di Contrada e da questi venne denunciato. Gli stessi Paolo Borsellino e Giovanni Falcone avevano dichiarato di non fidarsi della figura di Contrada, il quale invece aveva sbandierato al mondo intero una sua stretta collaborazione con i due eroi nazionali morti per mano mafiosa.

Ora la Corte europea, nonostante sia già intervenuta in precedenza favorendo la scarcerazione di Contrada, ha pensato bene di imporre un risarcimento per danni morali! Lo Stato italiano dovrà quindi versare 10mila euro nelle tasche di Bruno Contrada perchè “il reato non era sufficientemente chiaro“. In sostanza la Corte di Strasburgo si appella, seguendo la linea dei legali di Contrada, al fatto che ai tempi in cui fu commesso il reato il codice penale italiano non prevedeva il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa”.

La Corte europea, cui ogni anno il nostro paese contribuisce con vagonate di milioni, ha creato un pericolosissimo precedente depenalizzando de facto un reato di stampo mafioso. La gravità del reato dovrebbe valicare i limiti temporali della giurisprudenza e il concorso esterno in associazione mafiosa, pur di recente introduzione, non può rimanere impunito, perché piaga del nostro sistema sociale.

Con immensa fatica e scarsissimi risultati il sistema penale italiano si prodiga per la lotta alla mafia e oggi un pugno di giudici ignoranti come capre delegittima questo sforzo, difendendo chi con la mafia, stando agli esiti di processi regolarmente conclusi con condanna, ha collaborato.

Quest’ennesima provocazione della Corte, pochi giorni dopo l’altra assurda condanna per i fatti della Diaz, dovrebbe portare il governo italiano a stracciare la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, liberandosi così da questa pericolosissima ingerenza.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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