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Selvaggia Lucarelli e un popolo di buffoni si incazzano per Master Chef

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Sono rare le volte in cui gli italiani riescono a trovare un’unità d’intenti. Lo fanno quando si tratta di voltare le spalle a chi perde, lo fanno davanti alla nazionale di calcio, lo fanno di fronte a illustri sconosciuti che diventano “vip” del giorno. Di fronte invece a scandali quali le presunte firme false nelle recenti elezioni regionali piemontesi (non il primo caso), o di fronte ai soldi pubblici usati dalla stessa amministrazione per feste e tartufi, gli italiani brancolano nella nell’incertezza della reazione.

Improvvisamente però eccoli far fronte comune per una “nobile” causa: querelare Striscia la Notizia perché avrebbe rivelato il vincitore di Master Chef Italia!

Il talent show importato da Sky in Italia e imposto al grande pubblico è una scimmiottatura del suo alter ego statunitense, figlio di una strategia mediatica volta all’omologazione universale, alla lobotomizzazione delle menti più labili e alla distruzione delle culture nazionali. Ma rendiamoci conto, da quando un cuoco signor nessuno è mai diventato un vip/eroe nazionale? Una cosa del genere può accadere solo all’interno di uno scenario culturale avvilente, dove la cultura del trash e del cattivo gusto a tutti i costi domina sovrana tra la gente.

I responsabili di questo scempio sono tuttavia coloro che da dietro le quinte delle multinazionali dell’informazione preparano i format da consegnare alla gente. Sia Sky che Mediaset hanno deciso di copiare alla lettera i più beceri format statunitensi, nati per la cultura del “fast consumption” (consumo veloce), ovvero consumare il più velocemente possibile prodotti di bassissima qualità. Una cultura che non ci è propria, noi che dalle automobili, alla moda, passando per la stessa televisione (la Rai di una volta e l’Eiar) abbiamo sempre firmato marchi di altissima qualità.

A fare da salvagente però tra i burattini dell’informazione e la “gente comune” dovrebbero stagliarsi gli “intellettuali” del paese, peccato che anche questi siano colpiti dalla triste moda de l'”Italiano medio“, il soggetto nonpensante stupendamente ritratto da Marcello Macchia nell’omonimo film.

Selvaggia Lucarelli, per esempio, vate di Twitter, Facebook, e qualsiasi social network esistente sul web non contribuisce per nulla all’innalzamento della cultura italiana twittando così: “Ho visto Notting Hill 57 volte conoscendo il finale, figuriamoci se non guardo la finale di Master Chef perché so chi vince“. Anche lei, sempre intenta a mostrare la sua superiorità intellettuale rispetto al bruto italiano medio, decide di intraprendere la strada dell’omologazione culturale al becero gusto americano, e con lei purtroppo tutti i suoi fans.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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