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Il capo di Askatasuna: “I fascisti meritano due calci in culo!”

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Anni di piombo finiti? Macché, la politica italiana e l’istruzione non hanno mai smesso di attizzare il fuoco dell’odio tra gli italiani, svilendo in tutti i modi i vinti e legittimando i vincitori a continuare l’utopica caccia al “fascista“. Così quest’atmosfera può talvolta degenerare in episodi di pura violenza come quello avvenuto a Cremona lo scorso 26 gennaio, quando un corteo ha sfilato per la città con l’obiettivo di far chiudere la sede di CasaPound.

Con caschi e bastoni hanno tentato di sfondare le linee della polizia che ha risposto con un fitto lancio di fumogeni respingendo così un vero e proprio assalto. Qualche giorno dopo il “leader” del centro sociale torinese Askatasuna, roccaforte del movimento No-Tav, tale Lele Rizzo è intervenuto nel programma “La Zanzara” di Radio24 esprimendo così la sua nobile concezione della democrazia: “Portare caschi e bastoni in una manifestazione è legittimo, è una forma di autodifesa. E’ giusto chiudere con la forza e dare l’assalto a una sede di CasaPound: si chiama antifascismo e bisogna praticarlo. Meritano due calci in culo e una bastonata“. Askatasuna è un centro sociale a due passi dal centro di Torino, in palazzo signorile su 3 piani, verniciato immondamente di rosso e gestito, con la tenera sponsorizzazione del Comune di Torino che non fa nulla per sgomberare questi signori, che hanno partecipato a più azioni violente. Quando sono a casa sono “i ragazzi dei centri sociali”, quando spaccano tutto sono pericolosi “black block”. Invero sono solo dei poveri dementi.

Un linguaggio che starebbe ben accostato al ras di Cremona, proprio quel fascista che all’anagrafe faceva Roberto Farinacci e che tanto si era prodigato per far chiudere la sede del partito socialista locale a suon di bastonate. 
Così Lele Rizzo/Farinacci vuol combattere il fascismo prendendo a nolo i metodi usati dall’ala più radicale di esso, il tutto per “difendere la democrazia“, un po’ astruso come ragionamento.

Tuttavia il motto è sempre quello, “resistere”, mettendo in un calderone di improbabili paragoni la resistenza del popolo palestinese all’invasione israeliana, la resistenza basca al potere centrale spagnolo e la resistenza italiana al fascismo. Peccato che tra queste tre lotte ci sia una sostanziale differenza: la resistenza italiana vinse anche grazie ai dollari e alle sterline degli Alleati, una sorta di compromesso con quel Capitale prima tanto odiato (Carletto si sarebbe rivoltato nella tomba). I palestinesi e i baschi purtroppo non hanno avuto la stessa fortuna, ma nonostante questo hanno deciso di continuare a resistere nonostante la certezza della sconfitta…loro.  

Anche il gruppo napoletano 99 Posse fa violenta “apologia di antifascismo” (vedi foto), giustificando l’utilizzo di spranghe e caschi integrali nelle manifestazioni. In foto un loro becero status di facebook inneggiante alla violenza.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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