Dal tre aprile scorso il forzista Nicola Cosentino, già Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze, nonché leader del partito in Campania, è in carcere. Il politico è già gravato da tre ordinanze di custodia, ed è coinvolto in due processi che sono già a dibattimento, ed il cui oggetto è proprio il presunto rapporto tra Cosentino e la cosca camorrista dei Casalesi.
Sarebbe proprio grazie ai legami con questo clan che la famiglia Cosentino avrebbe esercitato concorrenza sleale nel settore del rifornimento di benzina. Anche il fratello Giovanni è in cella per presunte pressioni su un imprenditore che aveva aperto un distributore di benzina a poca distanza da un impianto dei Cosentino.
E’ stato il coordinamento anticamorra coordinato dalla Procura di Napoli, e diretto dal procuratore Giovanni Colangelo a fare scattare il sequestro di ben 143 distributori di carburante, nonché di altri beni, quantificabili complessivamente di un valore di 120 milioni di Euro, che sarebbero riconducibili alla famiglia in questione.
Nicola Cosentino è nato nel 1959 a Casal di Principe (CE) e nella sua carriera è stato accusato di diverse azioni illegali, come si può agevolmente ravvisare facendo una rapida ricerca online; le più eclatanti accuse sono quelle di estorsione per agevolare il clan dei Casalesi. Già nel 2012 il giudice delle indagini preliminari Egle Pilla lo definì «il referente nazionale» delle cosche casalesi. Un mese fa Cosentino è stato rinviato a giudizio con l’accusa di diffamazione e violenza privata. Venne altresì coinvolto nell’inchiesta sulla nuova P2 (o P3).