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Il buonismo di mamma Rai nei confronti dei Rom

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Ieri mattina nella trasmissione contenitore di Rai Uno Mattina si è parlato della decisione da parte della giunta di Borgaro Torinese di sdoppiare la linea 69 a fronte delle continue aggressioni da parte dei nomadi che si verificano con puntualità a bordo dei pullman in questione. Il problema è che, su un problema così grave e delicato, la Rai, dimenticandosi di essere servizio pubblico profumatamente pagato dai cittadini italiani, ha omesso di applicare il doveroso contraddittorio. In pratica abbiamo assistito ad un bellissimo monologo, era presente anche il sindaco della suddetta giunta, Claudio Gambino, nel quale sono stati “imposti”, è la parola giusta, valori non condivisi e non condivisibili, senza curarsi minimamente di interpellare chi, forse la maggioranza, appunto non condivide tali “valori”. Stiamo parlando dell’imposizione dell’obbligo dell’accoglienza di chi viene nel nostro paese solo e soltanto per fare quello che gli pare in barba alle leggi, evidentemente confezionate solo e soltanto per i “poveri fessi”, ovvero gli Italiani, che le devono rispettare.

 

Il dibattito televisivo, nonostante la presenza del pur bravo e professionale giornalista Franco Di Mare, è andato avanti sulla falsa riga di un sottile bisogno di giustificare in qualche modo il provvedimento di una giunta, udite, udite, di sinistra, che ha dovuto prendere atto dell’esistenza di chi, accolto, mantenuto e coccolato dallo Stato Italiano, continua impunemente a trasgredire il codice penale del paese che li ospita. La preoccupazione che a pelle aleggiava nell’aria degli studi di Saxa Rubra, era quella di non offendere minimamente il principio dell’accoglienza e della non discriminazione, principi appunto venduti agli “ignari” Italiani, come assoluti e non condizionati al rispetto delle leggi dello Stato.

 

Sarebbe stato utile al dibattito invitare qualcuno, come Matteo Salvini o altri rappresentati del centro destra che sull’argomento non condividono appunto gli pseudo valori di riferimento. Oggetto del paradossale dibattito, la decisione, a questo punto doverosa ma comunque insufficiente, di esborsare altro denaro pubblico per sdoppiare la linea 69 in due rami, uno dei quali dedicato solo ed esclusivamente ai nomadi che vivono sulle spalle dei cittadini italiani nel campo che si trova alla periferia di Borgaro Torinese. Qualcuno della sinistra più becera e demagogica ha anche “latrato” di apartheid e di lesione del diritto alla dignità del “beneamato” popolo dei Rom.

 

Va detto comunque che nessuno ieri mattina tra i collegati e gli ospiti del programma, ha avuto il “buon senso” e “l’ardire” di pronunciare le parole magiche che la maggior parte degli Italiani si aspetta sull’argomento e cioè il fatidico “Rimandiamoli a casa loro”. Il provvedimento più semplice, meno dispendioso e veloce nei confronti di chi, pur essendo nostro assai sgradito ospite quasi da tempo immemore, si è ben guardato in tutti questi anni, di contribuire minimamente al benessere e al progresso della società civile che li ha finora ospitati. Ora considerare tali individui, in fondo parliamo forse di poco più di centocinquanta-duecentomila persone, ospiti indesiderati, come li considera la maggioranza del Popolo Sovrano Italiano, sarebbe un diritto non solo assoluto, ognuno invita a casa sua chi gli pare, ma neppure passibile di condizionamenti e limitazioni dall’alto. Con il termine indesiderato ovviamente non ci riferiamo ai tanti bambini che vivono come schiavi della loro stessa gente, sfruttati, picchiati e torturati senza che  si sia mai mosso qualcuno a protestare o almeno ad alzare un dito per non turbare appunto il “sacrosanto” diritto al rispetto e alla non discriminazione.

 

Qui, signori, quando parliamo di ospiti indesiderati, parliamo del diritto sacrosanto all’autodeterminazione dei popoli. Il potere del Popolo, così caro a quella Democrazia tanto sbandierata e spesso abusata come interessato coperchio per giustificare inefficienze, sperperi, anarchia e connessioni tra politica e malaffare e tutto quello che rende il nostro paese splendidamente ingovernabile, da questi signori del “volemose bene a tutti i costi” non viene minimamente preso in considerazione. Anzi, a dirla tutta, viene continuamente vilipeso da chi, in nome dell’accoglienza a 360 gradi, vorrebbe che tutti noi ci calassimo le braghe e ci facessimo “impalare” nel senso più lato e comprensivo del termine da chi usa il nostro paese come fonte gratuita  e…incondizionata di sostentamento. 


La politica dell’accoglienza selvaggia, d’altra parte, ha origini molto più terra terra di quelle che ci vorrebbero far credere: come infatti non considerare le splendide conseguenze elettorali di questa pretesa “grande ammucchiata”. I Rom e i loro addentellati potrebbero infatti, una volta trasformati, come lor signori vorrebbero, in Cittadini Italiani, rappresentare un bacino di voti non indifferente e molto utile a chi ancora non ha smesso di considerare l’Italia il perfetto laboratorio di quell’ideologia comunista sconfitta dalla storia ma ancora dura a morire. Un’ideologia che si nutre dell’humus rappresentato dalla finta demagogia dell’amore universale, strumento base per l’instaurazione della dittatura del proletariato, che poi sempre dittatura è. Infatti è più facile dominare e controllare un popolo disunito e non amalgamato come lo è sicuramente quello della tanto strombazzata società multietnica, piuttosto che cercare di schiacciare chi crede e si identifica in forti valori comuni quali Dio, Patria e Famiglia, valori che stanno cercando in tutti i modi di cancellare togliendoci la nostra identità ma, quel che è peggio, facendoci il lavaggio del cervello.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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