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Il Presidente del consiglio Triestino: “fu Tito a liberare la città”.

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TRIESTE è la capitale di una provincia che non esiste più. Storicamente e geofisicamente italiana, la penisola istriana è stata un pezzo di terra perduta e consegnata agli slavi dopo il secondo conflitto mondiale. Negli anni in cui Trieste da jugoslava torna ad essere Italiana, si decise di collegare con un corridoio di terra la città alla madrepatria. Si nota pertanto una linguetta, a sud del Friuli Venezia-Giulia, che contiene quel capoluogo, così isolato da essere circondato da stranieri (comunitari, quindi non è forse corretto nemmeno definire sloveni e croati stranieri, ma chi scrive se ne frega). 

La notizia che è rimbalzata sui siti di informazione è che il Presidente del consiglio comunale di Trieste, tal Furlanic Itzok, di Rifondazione comunista, avrebbe detto, e poi ribadito, che Trieste è stata invero liberata dai partigiani titini. Gli stessi responsabili dell’eccidio delle Foibe, nel nostro paese per troppi anni passato sotto silenzio. Questo buontempone è oltretutto fermamente intenzionato ad introdurre lo sloveno in Consiglio, con quello che appare uno spreco di soldi pubblici. 

E’ stata presentata nei confronti del Presidente una mozione di sfiducia dai consiglieri di Un’Altra Trieste Bandelli e Rosolen e altresì da altri 13 esponenti dell’opposizione e del gruppo misto, compreso M5S. 
Queste le dichiarazioni di Bandelli: «Il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic deve chiedere pubblicamente scusa alla città intera, perché la sua definizione di “evento inesistente” in merito alla data del 12 giugno 1945, che invece segna storicamente la fine dell’occupazione jugoslava di Trieste e rappresenta notoriamente la conclusione della seconda guerra mondiale per la nostra città, è offensiva per tutti i triestini». 

Il Presidente comunista Furlanic è accusato, a ben ragione a parere di chi scrive, di mettere gli uni contro gli altri italiani e sloveni, sfruttando la sua carica istituzionale. Sono diverse le fattispecie che il comportamento del politico locale integra. A nostro primo avviso, infatti, non è tollerabile un comportamento che sta sul limite dell’attentato alla Costituzione, ma che soprattutto è un affronto alla storia del Nord Est e dell’Italia tutta.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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