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Il neoliberale Bertinotti

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Una dichiarazione che probabilmente non era nemmeno necessaria quella di Fausto Bertinotti, ex segretario del PRC (Partito della Rifondazione Comunista). Il video riportato da Franco Bechis su Libero, con tanto Alleluja in sottofondo, mostra un ex onorevole mesto che sconfessa in un colpo solo tutto quello per cui ha lottato, vinto, perso e guadagnato nella sua vita. “Questo mondo, il comunismo, è stato sconfitto dalla falsificazione della sua tesi e da un cambiamento della scena del mondo che possiamo chiamare globalizzazione e capitalismo finanziario. Nel momento in cui questa scena viene cambiata io penso che la cultura liberale, che è stata attenta più di me e della mia cultura, all’individuo, cioè alla difesa dei diritti dell’individuo o della persona, contro tutti i poteri economici e anche lo stato, questa cultura è indispensabile per intraprendere il nuovo cammino di liberazione”.

Parole solo all’apparenza pesanti ma che in realtà ritraggono il fenomeno di trasformazione ormai avvenuto nel panorama della sinistra italiana. Proclami e parole a parte, la sinistra è ormai una realtà borghese, europeista, global e anti socialista in tutto e per tutto. Sono i governi di sinistra che hanno permesso l’entrata nell’Europa delle banche e della finanza; ed è sempre per volontà loro che l’Italia ha intrapreso l’infausto cammino delle privatizzazioni dei beni dello Stato. Basti pensare all’Imu, la tassa sulla casa, una delle imposte più inique che esistano, è sempre stata sostenuta dai governi di sinistra. Dunque niente da stupirsi per le parole di Bertinotti, che a differenza di altri suoi colleghi, ha perlomeno dato un taglio alla retorica di un’eguaglianza sociale mai attutata a livello concreto.

C’è un fatto grave però sotteso a quest’evento di per sè irrilevante: il potere della globalizzazione e del pensiero liberale stanno lentamente distruggendo qualsiasi altra alternativa. Sbagliata, giusta o irrealizzabile, poco conta, l’importanza dell’alternativa ad una scelta è necessaria e fondamentale. Il pensiero liberale si è auto proclamato pensiero unico, inattaccabile e sacro, un totalitarismo mondiale che pian piano sta distruggendo ogni possibile via d’uscita.

Le dichiarazioni di Bertinotti potevano essere ben più comprensibili all’alba degli anni ’50, quando l’inondazione di dollari aveva portato crescita e ricchezza all’Europa. Ora, dopo anni di recessione dovute a una crisi finanziaria figlia della globalizzazione e del pensiero liberista, quest’esaltazione del modello occidentale non ha più alcun senso, se non in un’ottica elettorale.

In un utopico futuro potremmo vedere addirittura un Bertinotti al fianco di Casini? 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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