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I comunisti barcollano ma non mollano: “Altro che foibe, ricordiamo le vittime sul lavoro!”

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In effetti ce lo dovevamo aspettare, dopo aver “accontentato” finalmente gli italiani che recriminavano la mancanza di un giorno commemorativo per gli infoibati, ecco che la coperta si scopre sempre  troppo corta. Tiri a destra e si lamentano a sinistra, tiri a sinistra e si lamentano a destra, il tutto condito da un pessimo gusto tra chi pretende di stilare una classifica delle stragi di innocenti e chi vuole sfruttare politicamente alcune di esse. Il circolo Prc di Osimo, Rifondazione Comunista, per intenderci, ha emanato un comunicato dai contenuti patetici, probabilmente per tirar su un po’ d’audience in epoca di penuria d’iscrizioni.
In esso si vuole minimizzare, senza alcun preciso riferimento storico, i tragici fatti che hanno visto vittime i nostri connazionali di fronte ai carnefici titini. Il comunicato è volutamente provocatorio perché così ragiona: “A parte che sarebbe più opportuno, visti i tempi, commemorare le vittime sul lavoro e le vittime da suicidio per mancanza di lavoro, ci verrebbe da dire perché non commemorare contemporaneamente anche le vittime slave da parte dei fascisti italiani per par condicio“.
Questo ragionamento non può che farci riflettere, da una parte sull’assurdità di comparare le vittime sul lavoro (coinvolgendo quindi la tematica di un capitalismo becero e disumano) con le vittime di genocidi (in cui entra in gioco la componente etnica, razziale, religiosa, culturale e quant’altro); d’altra parte ci viene da pensare che il peccato originale forse sta nell’aver “concesso” il primato del giorno della memoria al genocidio ebraico.
Certo forse perché potrebbe essere il più emblematico nell’ultimo secolo (anche se qualcuno avrebbe da ridire), ma non per questo sarebbero da ritenere esclusivo rispetto ad altri. E’ inutile e fuorviante spezzettare il ricordo delle vittime dei genocidi della storia dell’umanità, perché se per sessant’anni noi italiani abbiamo gridato alle istituzioni che anche i nostri fratelli meritavano il giusto cordoglio, così potrebbero e dovrebbero fare i kulaki, se Stalin avesse avuto la pietà di risparmiarne qualcuno.
Così come i giapponesi vittime dell’inutile atomica sganciata a guerra praticamente finita, anche quelle 200.000 vittime meritano lo stesso identico rispetto che abbiamo sempre dato agli ebrei innocenti. Per non parlare dei curdi, dei ruandesi, dei sudanesi e perché no anche dei palestinesi.
Istituiamo una volta per tutte una giornata che commemori in egual misura le vittime dei genocidi nella storia moderna, sia per concedere la stessa dignità a persone che hanno pagato con la vita per il solo loro “essere”, sia per evitare la riproposizione di osceni teatrini come quelli orditi dai rossi burattinai della provincia marchigiana. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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