Scarcerato e con obbligo di firma, ma l’accusa di furto aggravato non sta in piedi.
Il vicepresidente di Casapound Italia Simone Di Stefano è stato condannato a tre mesi di reclusione, nonché e al pagamento di una multa di cento euro in relazione a quello che nel processo per direttissima è stato definito furto della bandiera dell?Ue avvenuto due giorni fa nel corso di un blitz con altri militanti di Cpi nella sede dell?Unione europea a Roma, contestualmente alla protesta dei forconi.
Il giudice ha convalidato l?arresto disponendo la scarcerazione del giovane e stabilendo l?obbligo di firma bisettimanale. L’accusa di furto aggravato, però, non sta in piedi. Si tratta, come si è premurato di precisare anche il leader di Casapound Iannone, di un’azione simbolica di Di Stefano, unico politico di una certa rilevanza (già candidato a sindaco di Roma) che sia sceso in piazza a manifestare durante la protesta dei forconi.
La bandiera era stata prontamente restituita, ma evidentemente, per essere franchi, viene il dubbio che il giudice abbia punito il simbolico avvenimento piegando il diritto alla sua volontà politica.
A Di Stefano in tribunale è stato impedito di replicare al Pm, clicca qui per leggere la sua risposta.